Ucraina, la Germania di Scholz dimezza l’aiuto militare: un favore a Putin, un pericolo per l’Occidente

La Germania ha annunciato che prevede di ridurre in un 50% il suo aiuto militare a Kiev nel 2025. In cambio, il governo di Olaf Scholz punterà sui fondi generati dai beni russi, congelati a causa delle sanzioni, per continuare a sostenere l’Ucraina, invasa dalla Russia nel febbraio 2022.

Non è prevista nemmeno qualche “assistenza aggiuntiva” ai 4 miliardi di euro inseriti nella Legge di bilancio del prossimo anno. L’assistenza fornita da Berlino a Kiev quest’anno è stata di 8 miliardi di euro: tuttavia, il bilancio continuerà a essere oggetto di dibattito, prima della sua approvazione entro la fine dell’anno.

Inoltre, la Germania punta sulla “creazione, nell’ambito del G7 e dell’Unione Europea, di uno strumento finanziario che utilizzi i beni russi congelati”.

Da parte sua, l’ambasciatore ucraino in Germania, Oleksii Makeiev, ha chiesto al governo tedesco di non diminuire il suo sostegno a Kiev, soprattutto in un momento critico, dovuto alla grande incursione delle forze ucraine nel territorio russo, iniziata il 6 agosto.

Makeiev ha sottolineato che la sicurezza dell’Europa dipende dalla capacità e dalla volontà politica della Germania di continuare a svolgere un ruolo di leadership nel sostegno all’Ucraina. Ha inoltre espresso la speranza che il governo trovi modi per finanziare le esigenze di sicurezza comuni e che il Parlamento si esprima con fermezza e chiarezza sul bilancio del 2025.

Nel frattempo, Zelensky continua a chiedere maggior sostegno ai suoi alleati, mentre le truppe ucraine avanzano nel territorio russo nella regione di Kursk.

D’altro canto, in un’altra manifestazione di irresponsabilità, ma in questo caso legata all’eco-woke, le due torri di raffreddamento della centrale nucleare più antica della Germania sono state demolite. Grafenrheinfeld ha iniziato a funzionare commercialmente nel 1982, ma è stata chiusa nel 2015 nell’ambito della politica governativa woke di abbandono dell’energia nucleare. Durante il periodo in cui questa centrale è stata operativa, ha fornito più dell’11% del consumo elettrico di tutta la Baviera.

La rinuncia all’energia nucleare da parte della Germania è stata una misura progressista, adottata con la scusa del “rispetto ambientale”, che ha portato il paese europeo ad acquistare più energia dalla Francia (dove il 70% dell’elettricità è prodotta proprio dal nucleare) e a produrre più energia dai combustibili fossili come il carbone, paradossalmente il tipo di produzione energetica più inquinante che esista.

Nelle menti della sinistra, produrre energia nucleare è sbagliato, ma comprarla da un paese vicino non è peccato.

Allo stesso tempo, in Germania si terranno elezioni regionali il 1° settembre in Sassonia e Turingia, dove il partito di destra AfD è favorito: gli vengono attribuiti rispettivamente il 30% e il 32% dei voti, una percentuale leggermente superiore a quella dell’Unione Cristianodemocratica (CDU).

Il governo tedesco sembra più impegnato a seguire l’agenda ideologica della sinistra che a risolvere i problemi dei tedeschi. L’alleanza guidata dal Primo Ministro Olaf Scholz (SPD e verdi), che attualmente governa il paese, sta attraversando una crisi profonda, aggravata dai risultati delle elezioni europee, nelle quali i tedeschi hanno mostrato essere stufi dell’agenda progressista del governo, portando la CDU al 30%, l’AfD al 16% ed al terzo posto l’SPD con il 14%.

I risultati delle elezioni regionali che si terranno nel resto dell’anno potrebbero spingere il Primo Ministro ad anticipare le elezioni parlamentari, una misura che è già stata richiesta dopo i risultati delle elezioni europee.

Candela Sol Silva
Candela Sol Silva
Studentessa di ingegneria, giornalista e intervistatore. È stata responsabile della campagna elettorale e addetta stampa del candidato alla Camera dei Deputati di Fratelli d'Italia in Sud America, Vito De Palma, alle ultime elezioni del settembre 2022.

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