Ucraina, Terzi (FdI): disinformazione russa è arma pari a quelle militari

In occasione della presentazione del rapporto “Undermining Ukraine: how Russia widened its global information war in 2023” dell’Atlantic Council, il Sen. Giulio Terzi (FdI), Presidente della 4a Commissione delle Politiche dell’Unione europea, ha dichiarato “Quello in Ucraina è ormai a tutti gli effetti un conflitto ibrido in cui la propaganda russa è entrata in modo preponderante in campo. La disinformazione è un’arma pari a quelle militari che la Russia usa da tempo, e non soltanto in Ucraina ma anche in Europa, in Africa e in America Latina. Le tecniche del Cremlino sono mirate e variano a seconda degli scenari: se in Ucraina attraverso fake news o reti non autenticate sulle piattaforme social Mosca punta sempre più sull’erosione della capacità di resistenza del popolo ucraino, in Africa diffonde messaggi pro-Putin o antioccidentali e sigla accordi di cooperazione con i media locali”. “Siamo in un momento delicato per la democrazia, in 64 Paesi è tempo di elezioni. Sarebbe sprovveduto pensare che Putin non proverà ad interferire maggiormente, più di quanto abbia già fatto, nei nostri sistemi. Non dobbiamo commettere l’errore, come Italia, Europa, Occidente, di minimizzare l’interferenza” ha sottolineato Terzi.

Alla questione sul come proteggersi dalla minaccia trasversale della disinformazione, Terzi ha affermato “l’UE sta attuando misure per rafforzare ulteriormente la capacità di risposta agli attacchi informatici stranieri, tra queste il Pacchetto per la difesa della democrazia, che comprende una proposta legislativa volta a stabilire norme comuni in materia di trasparenza e responsabilità per le attività di rappresentanza di interessi svolte per conto di Paesi terzi”, precisando “la 4a Commissione del Senato ha recentemente approvato una risoluzione sul tema. Il rischio che alcuni soggetti possano eludere i requisiti ed influenzare in modo occulto il processo decisionale democratico dell’Unione è sempre più reale e la direttiva proposta dall’Ue, nonostante sia limitata a un quadro specifico di intervento normativo, è un primo passo politico rilevante”.

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