Intervenendo alla trasmissione radiofonica “Radio anch’io”, su Rai Radio1, circa alcuni retroscena che stanno ventilando riguardo ipotetiche possibilità di terminare il conflitto già un mese dopo l’aggressione illegale di Mosca all’Ucraina, il Sen. Giulio Terzi (FdI), Presidente della 4° Commissione Politiche dell’Unione Europea, ha dichiarato: “La Russia è specializzata nel voler dimostrare una realtà che non è mai esistita. Era infatti chiarissimo quando si è verificato l’enorme spiegamento militare al quale gli europei non credevano”.
“Ricordiamoci” ha proseguito Terzi, “che vi sono state missioni di altissimo livello dell’intelligence e anche diplomatiche in Europa da parte di Washington per dire ‘guardate che sta arrivando qualcosa di molto pesante’. Questo avveniva sin dal settembre dell’anno precedente l’invasione, ossia nel 2021. Si è andati avanti così fino all’inizio 2022, quando è iniziato uno scambio affannoso di comunicati, a cui la Russia non voleva neanche rispondere, e si è arrivati ad alcune posizioni dell’Alleanza atlantica dei paesi occidentali americani proponendo alla Russia un sistema di sicurezza europeo complessivo che riattivasse il controllo sulle forze convenzionali e che desse delle misure di fiducia circa la capacità di ispezione. Questo accadeva nel gennaio/febbraio, in quelle settimane così cruciali quando già vi era una concentrazione di forze russe lungo gran parte dei confini ucraini. Tutto ciò era basato sul principio che all’Ucraina potessero essere date delle concrete garanzie di sicurezza, ma la Russia non ne ha mai voluto sentir parlare, perché sapeva benissimo – e sa benissimo – di essere in totale violazione degli impegni presi tra Federazione Russa e l’Ucraina nel 1994, quando va l’Ucraina ha deciso di firmare il Memorandum di Budapest, con il quale accettava di consegnare l’ingente armamento nucleare alla Russia”.
“La Russia ha inoltre violato, e anche di questo non si parla,” fa inoltre notare Terzi “il trattato bilaterale del 1997 di reciproco riconoscimento delle relazioni diplomatiche tra Mosca e Kiev, e anche questo era collegato a garanzie di sicurezza della sovranità ucraina. Quindi è assolutamente ridicolo sostenere che ci sarebbe stata la possibilità, in quel Febbraio 2022, di raggiungere un accordo fra le parti, con un’Ucraina senza alcuna copertura di garanzie precise dal punto di vista militare, e soprattutto alla propria integrità.
“Se continuiamo a dire che l’Ucraina deve consegnare interi territori che le appartengono, quante regioni lasciare alla Russia? Come potrebbe accettare le quattro richieste poste da Putin come precondizioni assolute, ossia di cedere Lugansk, Donetsk, Zaporizhzhia, Kherson e Crimea, così come la precondizione, neanche così implicita, di blindare a favore della Russia l’intero accesso al Mar Nero – escludendolo all’Ucraina – portando da Mariupol sino ad Odessa la capacità di controllo e forse anche di annessione nella Federazione russa?” ha concluso Terzi “ciò vorrebbe dire lasciare una vasta parte dell’Ucraina senza risorse economiche, minerarie, senza capacità di esportare prodotti agricoli, senza più accessi al Mar Nero”.