«Dopo aver assistito alla gestione della ricostruzione post-sisma 2012 e ai tragici eventi dell’alluvione che ha colpito la Romagna nel maggio scorso, sentire parlare della possibile candidatura di Bonaccini alle Europee rappresenta un grave atto di irresponsabilità, che denota disinteresse verso i cittadini dell’Emilia-Romagna».
Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Michele Barcaiuolo, coordinatore regionale FdI.
«Sono passati quasi dodici anni dal terremoto che colpì le province di Modena, Bologna e Ferrara – denuncia Barcaiuolo – e l’Emilia-Romagna è ancora commissario delegata. Questo denota tutte le mancanze di un’amministrazione targata Bonaccini-Schlein, che in tutto questo tempo, non è stata in grado di gestire adeguatamente la ricostruzione post-sisma».
«Venendo all’alluvione del maggio scorso – attacca Barcaiuolo – non possiamo nascondere che ci siano state gravi responsabilità da parte del Pd rispetto alla cura del territorio romagnolo, dove non sono state messe in campo quelle azioni necessarie, e per altro ampiamente segnalate, che avrebbero potuto ridurre l’entità del disastro. In oltre dieci anni, l’amministrazione ha usato soltanto una parte dei fondi destinati dal governo per il dissesto idrogeologico, che comprendevano lavori di sfalcio, taglio della vegetazione, riprofilatura e consolidamento delle sponde in tratti saltuari dei corsi d’acqua e interventi di emergenza necessari e già richiesti in tutta l’area che è stata, in seguito colpita».
«Ancora, la Giunta Bonaccini – prosegue il coordinatore regionale FdI– non è stata capace di presentare un progetto destinato ai corsi d’acqua della Regione, e pertanto, ha dovuto rinunciare, tra il 2021 e il 2022, a 55 milioni (su un totale di 71) che erano stati destinati da parte del Governo. Per fortuna Bonaccini non è stato scelto come commissario delegato per il post-alluvione: non solo sarebbe stato bizzarro, ma difficilmente chi è stato causa di un problema, può esserne la soluzione».
«I dati che ho citato – la conclusione di Barcaiuolo – sono talmente noti che non richiedono alcun commento, ma dovrebbero portare i cittadini a porsi una semplice riflessione: alla luce della gestione fallimentare delle emergenze più gravi che si sono verificate negli ultimi anni in Emilia-Romagna, com’è possibile che Bonaccini pensi di candidarsi? Un’azione del genere non rappresenta certo un segno d’amore nei confronti della propria terra, che a quanto pare, al momento del bisogno, può essere subordinata alle esigenze della carriera».