“Nel Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) redatto dal governo italiano sono previste opere, certamente utili, che rappresentano però la riproposizione di interventi contenuti in altri documenti di programmazione per i quali i finanziamenti erano già avvenuti, mentre invece non sono previsti tre grandi interventi di carattere intermodale, che potrebbero far superare la marginalità geografica di Sicilia e Calabria”. È quanto scrive l’eurodeputato di Fratelli d’Italia-ECR, Raffaele Stancanelli, in una lettera indirizzata al vicepresidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis e al commissario Europeo per l’economia Paolo Gentiloni, affinché la CE “solleciti il governo italiano a destinare le risorse per interventi che possano realmente avviare un processo di sviluppo sociale ed economico che da troppo tempo i territori del Mezzogiorno d’Italia attendono”. Nello specifico, sono opere che riguardano il settore trasporti al quale, afferma l’eurodeputato, “le risorse dovrebbero essere maggiormente indirizzate ma che resta ancora una volta in una situazione di generale disinteresse nonostante il “Piano di ripresa e resilienza”. Tali opere, di cui Stancanelli chiede l’inserimento del PNRR e di cui fa un lungo elenco nella lettera, possono essere connesse “non solo alle altre aree del Paese ma inserite concretamente all’interno del sistema economico e commerciale europeo ed internazionale, rappresentando un naturale incremento delle reti di trasporto trans-europee TEN-T”. “Nella ripartizione delle risorse l’Italia si è vista assegnare un’importante quota del Recovery Fund -scrive inoltre l’on. Stancanelli- sfruttando le criticità presenti nel Mezzogiorno ed in particolare nelle regioni più estreme come la Sicilia e la Calabria, senza le cui debolezze l’impegno europeo sarebbe stato di minore entità, 98 miliardi a fronte dei 209 stabiliti. Utilizzare 10 miliardi circa del PNRR per opere già finanziate tradisce lo spirito del piano stesso tendente ad apportare somme aggiuntive per un’effettiva ripresa delle zone più in difficoltà del Paese e non fare progetti sponda senza alcuna visione complessiva e strategica”.