“Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha citato oggi in aula prendendone la distanza, alcuni principi del manifesto di Ventotene, documento anche oggi citato da parte dell’opposizione e distribuito a Piazza del Popolo sabato scorso per la manifestazione non si sa ancora il perché co-finanziata dal comune di Roma. Ed è stata subito bagarre per lesa maestà. Uno dei principi citati era quello della avversione verso la proprietà privata. Resta sicuramente un documento storico, pregno di socialismo, ma da questo a farne un totem attuale anche no. Invece lo hanno ristampato e fatto proprio i comunisti in cachemire presenti sabato scorso a Roma. Lungi da me andare contro a chi, rischiando la propria vita, ha lottato per la nostra libertà, ma mi chiedo, se è comprensibile e per me lo è se il sentimento socialista dei fondatori, deve obbligatoriamente esserne condiviso il pensiero? Soprattutto dopo che la storia ci ha insegnato che nemmeno quel modello è proponibile? Si può avere il diritto, in un momento storico come questo, di non condividere un modello di stato e di società che si ritiene inaccettabile? Il manifesto di Ventotene è stato scritto nel ’41 e pubblicato nel ’44, ridicolo riproporlo oggi e ancora più ridicolo che ci si indigna delle parole della Meloni che non fa altro che citarne alcuni punti, che poi i ridicoli in questione son quelli che danno degli analfabeti funzionali a chi non la pensa come loro”.
Lo dichiara il dirigente di Fratelli d’Italia Lino Ricchiuti.