Ue, Terzi (FdI): centralità negoziati per adesione Balcani Occidentali

In occasione di un convegno sull’allargamento dell’UE ai Balcani Occidentali con uno dei più autorevoli centri studi europei, il Sen. Giulio Terzi (FdI) ha sottolineato la centralità dei negoziati di adesione per la costruzione del futuro europeo. Nell’attuale contesto geopolitico, l’allargamento dell’UE ai Balcani occidentali è una priorità non solo per l’Unione ma anche per la sicurezza e la stabilità dei Paesi occidentali e, più in generale, per la comunità internazionale. Nel ricordare che Albania, Bosnia-Erzegovina, Macedonia, Montenegro e Serbia hanno lo status di Paese candidato e che il Kosovo è un potenziale Paese candidato, Terzi ha evidenziato il sostegno convinto che il governo Meloni ha sempre dato al processo di integrazione. Un sostegno espresso, in particolare, attraverso le risoluzioni adottate dall’attuale maggioranza parlamentare in preparazione dei Consigli europei del dicembre e del marzo scorsi che hanno sancito il pieno rilancio dei negoziati di adesione. I partecipanti al convegno hanno evidenziato l’importanza di una sensibile accelerazione al processo d’integrazione dei Balcani Occidentali. I tempi sono maturi e la nuova Commissione che sarà nominata dopo le elezioni europee avrà il compito di dare un ulteriore nuovo impulso all’allargamento, mantenendolo prioritario nell’agenda europea. Si è altresì ricordata la decisione del Consiglio europeo dello scorso aprile per il Nuovo Piano di Crescita per i Balcani Occidentali: uno strumento finanziario da 6 miliardi di euro riservato ai sei Paesi balcanici per il periodo 2024-2027. Riferendosi poi alle tematiche migratorie, Terzi ha sottolineato come il Protocollo tra Italia e Albania costituisca un modello del tutto coerente con il diritto dell’UE. Si tratta di un accordo che permette di affrontare un problema che si trascina dal 1990 circa e che nell’ultimo decennio non ha mai trovato soluzioni efficaci. L’insieme delle politiche migratorie avanzate dal governo Meloni costituisce una tendenza alla quale sia le legislazioni nazionali, sia le iniziative sostenute a livello europeo si avvicinano sempre più alle proposte italiane. Di fatto, quello con l’Albania potrebbe essere un accordo replicabile in molti altri Paesi così da rappresentare un modello idoneo a dare una risposta strutturale alla complessa tematica migratoria.

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