Un milione di euro scambiato tra amici, anzi tra compagni. Da un’inchiesta de “Il Giornale” di questa mattina, emergono importanti fatti riguardo la fondazione “Di Vittorio”, che negli anni di governo giallo-rosso et ultra è riuscita ad ottenere dalle casse dello Stato tramite finanziamenti ben 1 milione di euro. Nulla quaestio, se non fosse che la stessa fondazione è strettamente legata alla Cgil, tanto da definirsi sul proprio sito “unico Istituto nazionale della Cgil per la ricerca storica, economica, sociale e della formazione sindacale” e tanto da annoverare nel Consiglio di amministrazione nomi del calibro di Maurizio Lundini, segretario generale dello stesso sindacato.
Il Giornale è meticoloso nella descrizione degli attori in campo e delle cifre sborsate: si parte dal febbraio 2020, durante il governo giallo-rosso presieduto da Giuseppe Conte, con 360 mila euro concessi alla fondazione dall’Anpal, un’agenzia del ministero del Lavoro, con a capo l’allora ministro Nunzia Catalfo, che si occupava di inserimento nel mondo del lavoro per i percettori del reddito di cittadinanza; agenzia oggi chiusa grazie al governo Meloni. Poi 28 mila euro dal ministero dei Beni Culturali di Franceschini e 36 mila euro dal ministero della Pubblica Amministrazione di Gaetano Manfredi, oggi sindaco di Napoli per il PD. Anche col governo Draghi non si bloccano i finanziamenti: 269 mila euro dal Viminale, con a capo l’allora ministro dell’Interno Luciana Lamorgese; poi ancora Franceschini con 25 mila euro, più di 30 mila euro dal Ministero dell’Istruzione in due tranche. In zona Cesarini arrivano gli ultimi finanziamenti ancora dal ministero dei Beni Culturali e dal ministero dell’Interno, per un totale di 161 mila euro nel luglio 2022: il governo Draghi cadrà pochi giorni dopo. Alcune migliaia di euro sono arrivati anche da una società in house della Regione Lazio nel 2020, quando sullo scranno più alto sedeva Nicola Zingaretti.
Sia chiaro: tutti i finanziamenti avvenivano per la realizzazione di progetti su vari temi, dallo sviluppo sostenibile alla cura degli anziani, dalla violenza sui minori stranieri all’immigrazione. Tuttavia, si evidenziano da sé i “buoni rapporti” che scorrevano tra membri dell’esecutivo in quote di sinistra, nessuno escluso a quanto pare, e la fondazione controllata dal sindacato di area. È chiaro, allora, a cosa si riferiscono i membri di PD e Movimento Cinque Stelle quando tacciono di “austerità” la nuova legge di Bilancio: l’austerità è dei loro amici.