“L’ipotesi di un taglio di 10mila dipendenti di Unicredit, dopo il recente profondo riassetto organizzativo, suona come un’ipoteca pesantissima sulle casse dell’Inps. Un’ipoteca messa da manager che si dimostrano non in grado di valorizzare Unicredit come eccellenza italiana nel credito, per farne il più grande polo bancario europeo. Giova ricordare che Unicredit nasce dalla fusione di Banca di Roma, Banco di Santo Spirito e Cassa di Risparmio di Roma, istituti fortemente radicati su un territorio da cui l’attuale colosso multinazionale ha tratto più di un beneficio, restando per decenni cotesoriere di Campidoglio, Provincia di Roma e Regione Lazio. Fermo restando l’assoluta contrarietà al trasferimento degli asset strategici nel nord Europa, credo che il governo italiano debba riprendere l’iniziativa è far capire con chiarezza che Unicredit rappresenta un interesse nazionale. Di sicuro non resteremo muti di fronte a questo ennesimo processo di desertificazione economica di Roma, in parte già avvenuta con il trasferimento della sede legale e che rischia ora di fuoriuscire anche dai confini nazionali”. E’ quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.