Nel periodo 19-22 novembre si terranno le elezioni all’Università “La Sapienza” di Roma, ateneo più grande d’Europa con oltre 130 mila studenti. Gli iscritti voteranno online (basterà cliccare un link) per il rinnovo delle rappresentanze studentesche nel Consiglio di amministrazione, nel Senato accademico, nel Comitato per lo sport universitario (CUS) e nelle Assemblee di Facoltà per il biennio 2024/2026. Figure di raccordo tra i vertici universitari e gli studenti, le quali si faranno carico di ascoltare le esigenze quotidiane degli iscritti e di garantire la rappresentanza necessaria nei vari organi dell’istituto.
In lizza ci sono anche i ragazzi di Azione Universitaria (AU), movimento da anni attivo nell’ateneo nel quale si è formata buona parte della classe dirigente di Fratelli d’Italia. Il voto è una buona occasione per eleggere rappresentanti che non solo ascoltino i problemi degli studenti ma si facciano anche promotori di iniziative culturali e d’inclusione. Ne è un esempio il “Sapienza Playground”, evento promosso dai ragazzi di AU che ha trasformato la città universitaria in una festa di musica e basket anche per i diversamente abili. Tre giorni all’insegna dello sport e del divertimento con più di 200 studenti che hanno preso parte a tornei di pallacanestro. Questa è solo una delle numerose iniziative che i ragazzi dei movimenti giovanili di destra ogni anno organizzano per promuovere l’associazionismo negli atenei. Sindacalismo studentesco che facilita la vita degli studenti attraverso la messa a disposizione di dispense gratuite per ogni facoltà (unica associazione a farlo), gruppi whatsapp dove si organizzano serate ludiche, aperitivi e convegni la cui partecipazione prevede l’attribuzione di crediti formativi.
Anche Schlein ammette l’intolleranza della sinistra universitaria
E se la stessa Schlein nella sua autobiografia ha ammesso l’intolleranza della sinistra universitaria: “Tu, qui, non puoi votare. E non puoi neanche parlare”, diventa ancora più importante esprimere il proprio voto per eleggere chi fa dell’ascolto e della libertà di espressione il suo punto forte. Libertà non garantita dai collettivi di sinistra la cui maggiore preoccupazione è occupare aule e salire alla ribalta per la violenza che attuano all’interno degli istituti. Emblematico ciò che è successo con il giornalista David Parenzo, cacciato dalla Sapienza perché “sionista razzista” al grido “tu qui dentro non hai agibilità politica, non puoi parlare”. Quel “non puoi parlare” che viene ripetuto e crea un cortocircuito perché detto nelle università, luogo di formazione per eccellenza che dovrebbe promuovere valori di libertà e inclusione.