Università, Terzi (FdI): atenei israeliani luoghi di libertà e scienza

“Ringrazio il ministro Bernini per aver richiamato nel suo intervento quella distinzione molto chiara da un lato tra comportamenti legittimi di dialogo e discussione, anche di contestazione, e dall’altro comportamenti che configurano violenze fisiche o verbali perseguibili penalmente. I reati ovunque avvengano, specialmente in luoghi in cui vigono principi di sacrosante libertà, autonomie accademiche o altre condizioni legalmente garantite, come appunto le università, non sono certo esenti dalle sanzioni previste nel codice penale. Sono ventidue anni che l’accordo di collaborazione MAECI-Israele produce straordinari risultati nella ricerca nazionale ed europea. La recente visita del ministro Bernini nelle università e nei centri di ricerca in Israele è stata molto apprezzata da studenti, cittadini e autorità israeliane. Quei luoghi sono esempio di libertà, di studio e di scienza. Certo, sono luoghi dove si avverte anche una necessità diffusa tra docenti e allievi di difendere Israele, la sua esistenza e la sua integrità in quanto Nazione ebraica. Si tratta di libertà che riguardano tutto lo Stato ebraico e tutte quelle persone che lavorano in università, centri di ricerca, ospedali, fianco a fianco, ebrei, cristiani, israeliani, palestinesi e altre entità culturali e religiose. Ci sono invece altri Paesi in cui la ricerca non è affatto libera anzi, condizionata pesantemente da norme sulla sicurezza nazionale e dalla obbligatorietà dei ricercatori di riferire alle autorità di sicurezza dello Stato tutto ciò che può interessare i meccanismi repressivi, di polizia e di condizionamento dell’informazione.

La collaborazione scientifica tra Italia e Israele non può certo esser scalfita da presunte valenze di dual use che, come ha giustamente rilevato il Ministro durante l’audizione, potrebbero ormai essere individuate in qualsiasi ambito dell’esistenza umana. Ho la sensazione che vi sia indifferenza, o meglio, il desiderio di nascondere quel limite proprio anche della libertà accademica e di pensiero. Un Senato accademico che delibera sotto le pressioni e le minacce di dimostranti violenti è accettabile? Assolutamente no. Affermare parole di odio, sostenere ad esempio che la Palestina debba andare dal Giordano al mare, non è forse espressione di antisemitismo? Secondo il Congresso americano sì. È utile o non è utile al Governo, al Parlamento italiano, alla nostra società civile e soprattutto al mondo universitario che il Senato, e in particolare la Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, si esprima ogni qualvolta sia opportuno e necessario su questa delicatissima tematica?”.

Dichiarazione del Sen. Giulio Terzi (FdI) durante l’audizione del ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini in Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza.

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