Vaccino ai minori. Il Giornale attacca Meloni ma sbaglia i numeri

Ha destato grande scalpore l’affermazione della Presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che dichiarato in un’intervista a la Stampa che non vaccinerà sua figlia di 5 anni, perché ha valutato il rapporto rischio-beneficio tale da non giustificare la vaccinazione dei bambini.

Eppure, a media e commentatori italiani probabilmente sfugge il fatto che diverse nazioni occidentali non prevedono la vaccinazione anti-Covid per la fascia d’età 5-11 anni: tra queste vi sono Germania (link: https://www.zusammengegencorona.de/en/corona-schutzimpfung-ab-12-jahren-welche-kinder-sich-impfen-lassen-sollten/), Regno Unito (link: https://www.nhs.uk/conditions/coronavirus-covid-19/coronavirus-vaccination/coronavirus-vaccine-for-children-aged-12-to-15/) e Svezia (link: https://www.folkhalsomyndigheten.se/the-public-health-agency-of-sweden/communicable-disease-control/covid-19/vaccination-against-covid-19/children-and-adolescents–information-about-vaccination-against-covid-19/).

Tra i molti attacchi ricevuti, sono arrivati anche quelli del quotidiano Il Giornale con l’articolo a firma di Maria Sorbi e intitolato “Non vaccino mia figlia, di Covid non si muore”. Tutti i numeri che smentiscono Giorgia Meloni. L’articolo prova a sostenere dei dati che smentiscano le affermazioni di Giorgia Meloni, ma da una ricostruzione puntuale da noi effettuata, emerge che è vero esattamente l’opposto.

Una premessa doverosa prima di affrontare in maniera scientifica lo studio dei dati. Quando si parla di decessi, anche dei minori, si parla di vite spezzate e famiglie che devono affrontare dei lutti difficili. Non sono solo “numeri”, ma sono persone che hanno perso la battaglia contro il Covid-19. Fratelli d’Italia insiste tanto su questi numeri affinché il governo introduca delle misure di buon senso, e non esclusivamente restrittive, per limitare il più possibile i decessi dovuti al contagio, e al contempo tutelare l’economia di una Nazione, che altrimenti vedrebbe in difficoltà milioni di famiglie italiane.

Detto ciò, è utile ricordare che quando si parla di dati, sarebbe bene farlo con cognizione di causa. Si stabiliscono i parametri della ricerca (in questo caso, quali Paesi prendere in esame), la media a cui fare riferimento (giornaliera, settimanale o cumulativa) e il periodo da osservare (dall’inizio della pandemia o da quando è arrivata la variante Omicron).

Visto che questo non è stato fatto, ma nell’articolo vengono tirati in ballo dei numeri senza termini di paragone, è bene mettere ordine.

Per dimostrare che le proposte avanzate da Fratelli d’Italia sono sempre avvalorate dallo studio dei dati, partiremo dalle basi della nostra ricerca:

  • Fonte utilizzata: Our World in Data (https://ourworldindata.org)
  • Paesi di riferimento: Italia, Austria, Danimarca, Francia, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna;
  • Media: a 7 giorni relativa alla popolazione. Per un confronto serio, inseriremo anche una media cumulativa.
  • Periodo: 10 dicembre 2021 – 8 febbraio 2022

L’articolo afferma che “L’Italia ha il più alto tasso di contagi? Sbagliato. L’Italia ha un tasso di positività del 10,5%. I nuovi contagi per un milione di abitanti sono 1.610, meno della Germania (1.998), della Francia (3.517), della Svizzera (2.433) e largamente meno rispetto alla Danimarca (7.257), primo paese europee ad abbandonare le restrizioni“.

In questa affermazione si fa riferimento ai dati del 7 febbraio 2022, e non dell’8 febbraio.

È esatto quanto viene riportato, e infatti questo è il grafico dove viene riportata la media a 7 giorni di nuovi casi per milione di abitanti:

E questo è il grafico in cui i dati non sono per milione di abitanti, ma la sola media a 7 giorni dei nuovi casi Covid-19:

In questo secondo grafico svettano Francia, Italia e solo ultimamente Germania, mentre Danimarca e Svizzera rimangono sostanzialmente al di sotto della media degli altri Paesi.

Siamo in fase discendente del contagio? Sì.

La Danimarca, che ha tenuto tutto aperto, sta messa tanto male? Non direi.

La Francia, che ha adottato misure restrittive come noi, sta messa bene? Assolutamente no.

Analizziamo poi le affermazioni sui decessi:

L’Italia ha il più alto tasso di morti? I numeri vanno letti. Il numero dei decessi (ieri 415) è certamente molto alto ma è l’ultimo dato a calare nella curva pandemica ed è frutto dei contagi di inizio anno, quando i dati dei positivi erano alle stelle“.

Quindi prima l’articolo parla di dati relativi ogni milione di abitanti, e quando si tratta dei decessi inserisce un singolo numero senza termine di paragone. Evviva il metodo scientifico.  Il numero dei decessi, sia in termini assoluti che in termini relativi, dà ragione a Fratelli d’Italia.

Vediamo la curva dei decessi da quando è arrivata la variante Omicron (tendenzialmente dicembre 2021) ad oggi.

Visto che per il tasso di contagio è stata utilizzata la media a 7 giorni per milione di abitanti, e noi siamo rigorosi, utilizzeremo lo stesso parametro per analizzare la crescita dei decessi. Si potrà notare da subito, anche graficamente, che l’Italia batte veramente tutti:

I dati dei singoli Paesi all’8/2/2022 sono i seguenti:

  • Italia: 6,12
  • Francia: 4,88
  • Portogallo: 4,69
  • Spagna: 3,97
  • Danimarca: 3,86
  • Regno Unito: 3,78
  • Austria: 2,27
  • Germania: 1,78
  • Paesi Bassi: 0,38

Il grafico seguente indica invece il numero di decessi cumulativi per milione di abitanti (ed è dunque un dato lineare), e notiamo che anche in questo caso l’Italia supera di gran lunga tutte le altre nazioni prese in considerazione:

In merito ai risultati del governo, definiti «surreali» riportiamo quelli dei vaccini. In Italia ha ricevuto almeno una dose di vaccino l’83,7% della popolazione, in Francia il 79,9% e in Germania il 75,3%“.

Con il 77% della popolazione vaccinata con almeno una dose, il Regno Unito ha deciso di riaprire TUTTO. La Danimarca, con una percentuale di vaccinazione praticamente uguale a quella italiana (83%) ha deciso di abolire tutte le restrizioni. L’Italia, con l’84% della popolazione che ha ricevuto almeno una dose di vaccino, ha un governo che è indeciso se tenere o meno le mascherine obbligatorie all’aperto.

Ma davvero ci stiamo raccontando che va tutto bene? Sono esattamente questi i risultati mediocri del governo, che non è in grado di garantire una vita normale ai cittadini italiani. Puntando tutto esclusivamente sui vaccini, senza dall’altro lato implementare il trasporto pubblico, la medicina territoriale e le cure domiciliari, la ventilazione meccanica nelle scuole tanto per fare degli esempi, è evidente che il governo abbia dovuto limitare la libertà degli italiani per contenere la pandemia. E questo non è giusto, non dopo due anni di pandemia e non dopo un anno dall’avvento del governo Draghi.


Nota: Le immagini n° 1, 2, 3, 4 sono grafici estrapolati da: https://ourworldindata.org , che elabora i dati forniti da COVID-19 Data Repository by the Center for Systems Science and Engineering (CSSE) at Johns Hopkins University (link: https://github.com/CSSEGISandData/COVID-19) L’immagine n° 5 relativa alle vaccinazioni, è relativa a dati ufficiali elaborati direttamente dal sito Our World in Data https://ourworldindata.org/covid-vaccinations (che elabora i dati da questo github: https://github.com/owid/covid-19-data/tree/master/public/data/vaccinations

 

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Leo Valerio Paggi
Leo Valerio Paggi
Leo Valerio Paggi per La Voce del Patriota.

3 Commenti

  1. Quando fa comodo al Governo, la direttiva di Bruxelles si deve applicare, perché ce lo chiede l’Europa-, quando invece l’Europa da delle direttive comuni che sono in contrasto con quello che fa il Governo allora, fanno orecchie da mercante.

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