Venezuela: tra guerra civile e guerra fredda la situazione è critica

Caracas, capitale del Venezuela, vive in queste ore delle forti tensioni.  I sostenitori del presidente Nicolas Maduro e quelli di Juan Guaidó, leader dell’opposizione hanno dato luogo a violente manifestazioni.

Gli scontri sono iniziati dopo che Guaidó, autoproclamato presidente ad interim del Venezuela, con un video pubblicato su Twitter, ha chiesto ai suoi militanti di unirsi a lui per ottenere finalmente la fine della “usurpazione” del potere da parte di Maduro.

In questo video Guaidò ha sottolineato che “ci sono soldati disposti a difendere la Costituzione” e che Maduro “non gode del rispetto delle Forze armate”.

Lo stesso messaggio è stato ribadito anche in Italia da parte di vari esponenti del partito di Giorgia Meloni.

Venezuela: Delmastro (FdI), senza militari resta solo italia a sostenere Maduro

Venezuela: nuove manifestazioni e uno sciopero generale

Venezuela

Nel Venezuela sono esplosi nuovi scontri tra i manifestanti e la Guardia nazionale bolivariana. I sostenitori di Guaidó sono scesi in piazza e nelle strade per disarcionare il regime. Gli agenti della Gnb, per disperdere le centinaia di oppositori che chiedevano la fine dell’usurpazione di Maduro, hanno utilizzato gas lacrimogeni e pallini di gomma.

Il leader dell’opposizione, Guaidó, ha annunciato un programma di scioperi affinché tutti i settori si uniscano in un unico grande sciopero generale.
“Resteremo nelle strade fino ad ottenere la fine dell’usurpazione di Maduro, un governo di transizione e libere elezioni”, ha assicurato Guaidò.

Braccio di ferro tra Usa e Russia

In una turbolenta telefonata il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha rimproverato il collega americano Mike Pompeo di non aver escluso un attacco militare Usa .

“È quello che faranno gli Stati Uniti anche se preferiremmo una transizione pacifica del potere”; è quanto ha dichiarato Pompeo in un’intervista TV, in merito all’ipotesi di un’azione di forza per restaurare la democrazia.

Immediata la reazione di Mosca, che ha consigliato Washington di non immischiarsi negli affari del Venezuela, minacciando altrimenti “gravi conseguenze”.  Lavrov avrebbe sostenuto: ” una violazione flagrante del diritto internazionale che non ha nulla a che fare con la democrazia”.

Altrettanto dura la risposta di Pompeo che ha accusato la Russia, e anche Cuba, di voler “destabilizzare” il Venezuela. Il Segretario di Stato ha, inoltre,  insistito affinché la Russia cessi immediatamente le attività di sostegno a Maduro, mettendo a rischio le relazioni bilaterali tra Washington e Mosca.

Cuba è stata messa in guardia direttamente – con un Twitter –  da Donald Trump: “Se le truppe e le milizie cubane non cesseranno immediatamente le operazioni militari e di altro genere allo scopo di causare la morte e la distruzione della Costituzione venezuelana, imporremo un embargo totale sull’isola insieme a più sanzioni”.

 

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