Vertice Internazionale del Cairo per la pace, Meloni: “L’Italia è pronta a fare tutto ciò che è necessario.”

Si è tenuto oggi -sabato 21 ottobre- il Vertice Internazionale del Cairo per la pace, al quale ha partecipato anche il nostro Presidente del Consiglio.

Il premier, a margine dei lavori, ha avuto un incontro bilaterale con Presidente della Palestina, Mahmoud Abbas, importante occasione per continuare il dialogo, e non arrendersi alla divisione che le comunità terroristiche vorrebbero si realizzasse, con un conseguente “scontro tra civiltà”. Ciò non deve esistere, perché continuare a dialogare e ad avere un rapporto con questi Paesi, “è la cosa più preziosa che abbiamo”, ha confermato Meloni.

“I leader devono esserci in questi momenti”, ha proseguito. “Non si otterranno oggi risultati concreti. A piccoli passi, ma non bisogna smettere di dialogare con questi paesi. Non bisogna cadere in una trappola che per me è stata confezionata”, ha concluso, ribadendo infine il diritto di esistenza e di difendere Israele, lavorando per evitare che il conflitto si propaghi, assumendoci “tutti le nostre responsabilità”.

Il discorso di Giorgia Meloni al Vertice

Giorgia Meloni nel corso del Vertice ha tenuto un lungo discorso, nel corso del quale ha passato in rassegna alcuni punti salienti dell’attuale conflitto del blocco mediorientale, e non solo.

La Conferenza oggi rappresenta un momento “molto importante, dopo il terribile attacco di Hamas lo scorso 7 ottobre che, dobbiamo ricordare, si è abbattuto contro civili inermi con una efferatezza senza precedenti, che lascia inorriditi e che dal nostro punto di vista è giusto condannare senza ambiguità”, ha detto in apertura.

Con molta franchezza, il Presidente ha detto che il vero obiettivo dell’attacco di Hamas non è stato affatto quello di difendere il diritto del popolo palestinese, ma “costringere ad una reazione contro Gaza che minasse alla base fase ogni tentativo di dialogo e creasse un solco incolmabile tra i Paesi Arabi, Israele, l’Occidente, compromettendo definitivamente pace e benessere per tutti i cittadini coinvolti, compresi quelli che si dice di voler difendere e rappresentare.”

Di conseguenza, ciò significa che “il bersaglio siamo tutti noi”.

“E io non credo che noi possiamo cadere in questa trappola: sarebbe una cosa molto, molto stupida. È la ragione per la quale io credo che sia importante essere qui, per la quale credo sia molto importante continuare a dialogare e ragionare”. È questo un passaggio fondamentale nell’attuale crisi di Gaza.

“Nessuna causa giustifica il terrorismo. Nessuna causa giustifica azioni scientemente studiate per colpire civili inermi. Nessuna causa giustifica donne massacrate e neonati decapitati volutamente ripresi con una telecamera. Nessuna causa. Di fronte ad azioni di questo tipo, uno Stato è pienamente legittimato a rivendicare il suo diritto all’esistenza, alla difesa, alla sicurezza dei propri cittadini e dei propri confini”, ha continuato. Nonostante ciò, “la reazione di uno Stato non può e non deve mai essere motivata da sentimenti di vendetta.”
Per l’Italia, per l’Europa, e per il mondo occidentale- e non solo- la priorità immediata deve essere “l’accesso umanitario, indispensabile per evitare ulteriori sofferenze della popolazione civile”, facendo “l’impossibile per evitare una escalation di questa crisi, per evitare di perdere il controllo di quello che può accadere, perché le conseguenze sarebbero inimmaginabili.”

Il modo più serio per ottenere tutto ciò, è senza dubbio “la ripresa di un’iniziativa politica per una soluzione strutturale della crisi sulla base della prospettiva dei due popoli e due Stati. Una soluzione che deve essere concreta e deve, a mio avviso, avere una tempistica definita”.
Da un lato, dunque, il popolo palestinese deve avere “il diritto a essere una Nazione che si governa da sé”. E accanto ci deve essere uno Stato di Israele al quale “deve essere pienamente riconosciuto il diritto all’esistenza e il diritto alla sicurezza”.

Cosa significa la presenza dell’Italia al Cairo

“Per l’Italia era doveroso partecipare a questa Conferenza, per il ruolo che storicamente l’Italia svolge come ponte di dialogo tra Europa, Mediterraneo, Medio Oriente. E lo era per le possibilità che questo Vertice prospetta, nonostante le posizioni di partenza possano a tratti sembrare distanti perché, se anche i nostri punti di vista di partenza non fossero perfettamente sovrapponibili, perfettamente sovrapponibile è il nostro interesse, l’interesse di tutti i leader seduti attorno a questo tavolo. E cioè l’interesse a che quello che sta accadendo a Gaza non diventi un conflitto molto più ampio, non si trasformi in una guerra di religione, in uno scontro tra civiltà, rendendo vani gli sforzi che pure coraggiosamente in questi anni sono stati fatti in senso contrario per normalizzare i rapporti”, ha spiegato il Presidente Meloni.

Il nostro Paese è oggi chiamato a svolgere un ruolo centrale nei due conflitti che si stanno svolgendo in Ucraina e a Gaza, e su questo “l’Italia è pronta a fare assolutamente tutto ciò che è necessario.”

Non solo per la sua posizione geografica, ma anche per la postura politica che ha assunto nel corso degli ultimi dodici mesi, che l’ha portato ad essere un nuovo punto di riferimento a livello internazionale, le cui linee guida sono stimate e appoggiate da tutti al di là delle dichiarazioni di intenti. Con la riapertura del fuoco tra Israele e la Palestina di Hamas ha avuto inizio, drammaticamente, anche un nuovo capitolo della storia italiana, che avrà oggi l’occasione di potersi distinguere e di far sentire la propria voce in un processo che, si spera quanto prima, condurrà ad una pace. Una pace che inevitabilmente dovrà essere, a questo punto, duratura e ben salda, in modo che il Medio Oriente non sia più conosciuto per la sua instabilità e le sue lotte intestine, ma per essere un luogo capace di raccogliere molte e diverse civiltà, culture e religioni, che finalmente sapranno coesistere e convivere in maniera serena, fino a rappresentare un vero e proprio modello da prendere come esempio.

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