Vertice Nord-Sud. L’Italia ha capito prima di tutti l’importanza dell’interconnessione e della cooperazione in Ue

Sicurezza, difesa e immigrazione al centro del Vertice Nord-Sud tenutosi questo weekend -21 e 22 dicembre- in Lapponia e a cui hanno partecipato, insieme al nostro Presidente del Consiglio, l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Kaja Kallas, il Ministro capo della Finlandia, Petteri Orpo, il Ministro di Stato della Svezia, Ulf Kristersson e il Primo ministro della Grecia, Kyriakos Mītsotakīs.

Le tematiche sul tavolo del summit finlandese seguono in qualche modo il lavoro portato avanti nelle giornate appena trascorse, dapprima con il Vertice sui Balcani e poi nel corso del Consiglio Ue. Entrambe occasioni al termine delle quali è emersa prepotentemente la necessità di affrontare questi punti in maniera ancora più seria e coesa da parte dell’Unione.

Al termine dell’incontro di Saariselkä Giorgia Meloni ha rilasciato delle dichiarazioni alla stampa, sottolineando alcuni aspetti rilevanti che sono stati analizzati insieme agli altri leader.

“Penso veramente che questa iniziativa rappresenti un modo di pensare molto nuovo all’interno dell’Unione europea”, ha detto in apertura, rimarcando così quanto sia stato importante che le quattro Nazioni di Italia e Grecia, da un lato, e di Finlandia e Svezia, dall’altro, tradizionalmente ‘contrapposte’ le une alle altre, siano riuscite a trovare un momento per parlare di quei grandi temi che si sta cercando di “affrontare tutti insieme” come Ue.

E proprio questa è una grandissima dimostrazione di come in Europa si stia comprendendo che “il mondo intorno a noi è completamente cambiato, e non possiamo affrontare seriamente le sfide che abbiamo di fronte se non cerchiamo di capire il punto di vista e le difficoltà, i problemi, degli altri”.

“Sappiamo che sono molte le sfide che l’Unione europea ha di fronte”, ha proseguito.
Su tutte, quelle relative alla sicurezza e alla competitività del sistema produttivo europeo. “Sicurezza significa difesa, significa che capiamo tutti di dover fare di più”, ha ribadito il nostro premier. “Ma sicurezza significa anche molto altro”, ha proseguito. Ed infatti significa “infrastrutture critiche, significa intelligenza artificiale, cybersicurezza, significa materie prime, significa catene di approvvigionamento. Significa una nuova, e più efficace politica estera e di cooperazione. Significa migrazione, che è stato l’altro grande argomento di cui abbiamo discusso.”

In battuta finale il nostro Capo di governo ha voluto osservare come sia stato un errore “affrontare la questione dell’immigrazione illegale, in questi anni, come un dibattito di carattere puramente solidaristico, perché la questione riguarda, appunto, la sicurezza. Il risultato è che non siamo stati in grado di difendere i nostri confini esterni, e abbiamo messo a repentaglio la nostra libera circolazione interna e attori ostili hanno cominciato a usare l’immigrazione come strumento di pressione, o di ricatto.”

“Oggi siamo impegnati a invertire la rotta. Vogliamo difendere i nostri confini esterni e non consentiremo né alla Russia né alle organizzazioni criminali di minare la nostra sicurezza”, ha concluso con fermezza.

L’incontro europeo di questo weekend prefestivo si pone dunque come punto ultimo di una serie di importanti occasioni nel corso delle quali i vari Stati dell’Ue, e l’Italia in particolare, si sono confrontati e hanno trovato un loro allineamento sulle grandi tematiche della difesa, della sicurezza e della migrazione. Tutti punti consequenzialmente e coerentemente riportati sia nella dichiarazione di Bruxelles successiva all’incontro sui Balcani, sia nelle conclusioni del consiglio Ue, e infine nelle dichiarazioni congiunte del Vertice Nord-Sud.

Questa linearità e coerenza nel fronteggiare tali sfide in occasioni diverse, ma strettamente legate tra loro, fa dunque ben sperare in una Unione Europea sempre più forte, allineata e collaborativa.

In modo particolare, il summit lappone ha fatto emergere un aspetto assai rilevante, ossia quello relativo ai territori del nord e del sud europeo, che oggi-finalmente- si è compreso essere inevitabilmente e incontrovertibilmente interconnessi.

Una intuizione che da tempo era stata manifestata dal Governo Meloni, che aveva guardato proprio ad una collaborazione più rafforzata all’interno dell’Ue per fronteggiare le grandi sfide dei giorni nostri, a partire proprio a quelle connesse al fenomeno migratorio-in primis- e poi di quelle connesse alla sicurezza di tutti i territori. Perché le minacce che vengono dall’esterno (vedi su tutte l’Ucraina), non mettono a rischio solo e soltanto i Paesi di primo ‘attacco’, ma l’intera vita ed esistenza dell’Europa. Tanto che è stata proprio l’Italia tra i primi a gridare a gran voce di dover necessariamente sostenere senza se e senza ma il popolo ucraino. “Il popolo ucraino combattendo non avvicina il conflitto, allontana un possibile conflitto più vicino a casa nostra. E quindi il sostegno che noi forniamo è un sostegno dovuto, necessario”, aveva infatti dichiarato Giorgia Meloni oltre un anno fa in occasione della Conferenza Bilaterale sulla Ricostruzione dell’Ucraina del 26 aprile 2023.

E questo è ancora più vero oggi. Non solo se si pensa alla minaccia russa, ma anche a quella delle forze estremiste in Siria e al conflitto in Medio Oriente che oggi affliggono drammaticamente la nostra realtà.

È per questo che solo unita, solo con una reale cooperazione, e dunque attraverso un lavoro condiviso da tutti, da Nord a Sud, l’Europa potrà fornire una risposta concreta e forte a queste sfide mondiali. E solo così potrà davvero porsi quale protagonista in un quadro complesso, fragile e interdipendente, che ora più che mai necessita di risposte risolutive.

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