Una rivoluzione voluta dal governo Meloni per incentivare le imprese ad assumere dipendenti e a favorire dunque l’occupazione, contrastando il precariato. C’è chi butta i soldi e chi aiuta realmente l’Italia, nulla a che vedere con il Superbonus edilizio di Conte, costato oltre 220 miliardi, servito solo ad arricchire i ricchi (come confermato recentemente da Bankitalia). Arriva così il Maxi- sconto del lavoro, provvedimento pensato dal governo Meloni, per chi assume a tempo indeterminato. Meno tasse per le aziende che assumono lavoratori a tempo indeterminato, arrivando a beneficiare di una maggiorazione pari al 120%, una nuova maxi deduzione dei costi per chi assume lavoratori stabili. Soglia che sale fino al 130% se si assumono lavoratori meritevoli di maggiore tutela, tra cui persone con disabilità, donne con almeno 2 figli, giovani ammessi agli incentivi all’occupazione.
Una misura che può portare a un incremento di occupazione ulteriore, specialmente nel Sud, laddove la crescita assume livelli record, di gran lunga superiori a quelli del resto della Nazione.
Cosa cambia con il nuovo decreto
Il dl, firmato dal ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti di concerto con il ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Elvira Calderone, varato al consiglio dei ministri il primo maggio, ha avuto il via libera dalla Camera, passando così al Senato che avrà tempo fino al 6 luglio per l’approvazione definitiva, convertendolo in legge.
Uno strumento pensato per ridurre ancora il divario tra Nord e Sud ed incentivare le assunzioni stabili, cui si affiancheranno presto anche gli incentivi per l’occupazione di donne e giovani, già previsti dal decreto Coesione. Oltre al concetto principale seguito nell’attuazione del decreto, del “più assumi e meno paghi”, che spiegava ad ottobre Giorgia Meloni, sono state introdotte ulteriori novità e vantaggi.
Un pacchetto da 2,8 miliardi dedicato interamente al lavoro. Spiccano in particolare i tre bonus dedicati ai giovani, alle donne e a chi assume nella Zes unica per il Mezzogiorno, che prevedono l’esonero contributivo del 100% per due anni e potranno essere riconosciuti per le assunzioni a tempo indeterminato fatte dall’1 settembre 2024 al 31 dicembre 2025.
Tra le novità aggiunte durante l’esame in commissione, ci sono le risorse, per 1,33 miliardi nel 2024, per assumere 245 segretari comunali e provinciali; 18 milioni di qui al 2029 per gli extracosti relativi al prolungamento della linea M1 della metropolitana di Milano; l’incremento (da 5,8 a 24,2 milioni) del fondo destinato a finanziare la cig dei dipendenti di Alitalia. E’ stato intanto pubblicato sul sito del Dipartimento delle Finanze il decreto attuativo che introduce il ‘superbonus’ per le assunzioni previsto dalla riforma dell’Irpef.
La differenza tra maggioranza attuale e Conte, sta sicuramente nella concretezza: “Il governo Meloni ha varato una misura che consente un bonus del 120%, che può arrivare addirittura al 130, per quanti assumono. Si tratta di una rivoluzione liberale e sociale straordinaria, partita con i decreti attuativi. Potranno goderne le società private, ma anche quelle pubbliche che abbiano scopo di attività commerciale. In sostanza, più si assume e meno tasse si pagano. E’ questo il principio di un governo che sta aumentando l’occupazione, dopo avere ereditato il disastro dei Superbonus che ha arricchito i ricchi e lasciato una voragine finanziaria”, è il commento di Nicola Procaccini, co-Presidente uscente di Ecr ed europarlamentare di FdI.