Vigilanza RAI e Copasir: è andata come da previsione

Un vecchio proverbio recita: tanto tuonò che piovve, e se qualcuno aveva dei dubbi su come sarebbe finita la battaglia per le presidenze di due tra le più delicate commissioni parlamentari, quella sulla Rai e quella sui servizi segreti, ora li avrà definitivamente rimossi  potendo affermare, ineluttabilmente, che in Italia cambiano governi e compagini politiche, ma al dunque cambia poco o niente.

Squadra come si conviene: un forzista alla vigilanza RAI, Alberto Barachini, un dem alla vigilanza sui servizi segreti, o Copasir che dir si voglia, Lorenzo Guerini. Ad Andrea Delmastro, deputato di Fratelli D’Italia, il contentino per la Meloni, la Giunta per le Autorizzazioni a procedere della Camera. Vera novità solo volti e nomi di chi andrà a ricoprire gli importanti incarichi, non certo la loro provenienza politica, sebbene faccia particolarmente discutere la nomina di Albero Barachini, senatore di Forza Italia, alla presidenza della Vigilanza Rai. Barachini ha dovuto attendere la terza votazione per raggiungere il quorum necessario – e ridotto – e ottenere l’elezione. Prova, questa, che la sua è stata “un’ascesa dolorosa”, se così possiamo permetterci di definirla, perché da un certo punto di vista a qualcuno farà un po’ sorridere che un uomo di Berlusconi, addirittura un ex giornalista Mediaset promosso in parlamento dall’infaticabile Silvio, vada a controllare proprio i canali RAI, l’unico gruppo generalista e in chiaro che a Mediaset fa concorrenza. Ma se questo qualcuno nella scelta vedrà una certa divertente ironia, non possiamo ignorare che per altri il quadro sarà quanto meno terrorizzante.  Alla fine, però, avranno tutti tirato un sospiro di sollievo sapendo che Barachini l’ha spuntata sull’altro forzista in lizza, quel Maurizio Gasparri decisamente più inviso agli avversari del quasi sconosciuto nuovo eletto.  A Gasparri è comunque toccata la presidenza della giunta per le Autorizzazioni e le immunità del Senato, contentino personale, stavolta, e non di partito.

La battaglia su un forzista alla Vigilanza RAI è stata lunga e complessa. Berlusconi non si è trovato contro solo i dem ma anche i 5stelle che, come tutti sanno, quando si tratta di demonizzare non sono secondi a nessuno. L’ha spuntata Barachini, ex conduttore del TG4 e poi caporedattore di TGCom24, che pare sia salito nelle grazie del Presidentissimo in quanto responsabile della comunicazione di Forza Italia nell’ultima campagna elettorale, cosa poco chiara questa visto il deludente risultato riportato dal partito. Ma si sa, Silvio non si è perso mai troppo dietro il merito, preferendo sempre le sue personali simpatie e i suoi ancor più personali giudizi, giusti o sbagliati che siano. Alla fine, solite dichiarazioni di circostanza. Paragone, neo deputato dei 5stelle, ha fatto subito sentire la voce del Movimento: “Voglio sperare che il nuovo presidente della Commissione di Vigilanza sia per il rispetto di una Rai imparziale, di una Rai al servizio dei cittadini e non sia al servizio di Mediaset”, ha tuonato dall’alto della sua di imparzialità, quella che l’ha sempre contraddistinto… forse. A questo punto, non sono mancate repliche. Oltre a quella istituzionale dello stesso Barachini, che ha garantito di essere super partes quasi per vocazione, e augurato un originale buon lavoro a tutti, si è fatto sentire Giorgio Mulè, componente della commissione di Vigilanza, portavoce dei gruppi parlamentari di Forza Italia e anche lui ex giornalista ed ex dipendente di Silvio Berlusconi. Giusto per rianimare l’agone, Mulè ha dichiarato che uno dei primi atti della Commissione sarà quello di “chiedere di mettere fine all’editto della Casaleggio associati che impone la presenza di esponenti del Movimento 5 Stelle all’interno dei talk di approfondimento del servizio pubblico a condizione di essere da soli e senza alcun contraddittorio”. Vicepresidenti di commissione Antonello Giacomelli, PD, e Primo di Nicola, pentastellato. Scontate le reazioni dem. Pier Luigi Bersani si lamenta: “Uno sfregio. Le famose opposizioni, parlo di Pd e Forza Italia, attribuiscono la presidenza della Vigilanza Rai a un uomo Mediaset. Siamo al dadaismo puro. Del resto era chiaro dall’inizio che il PD puntava al Copasir”. Gli fa eco Liberi e Uguali all’unisono, richiamando il possibile prossimo rientro di Silvio in Senato: “Tanto valeva aspettare qualche mese ed eleggere direttamente Berlusconi”, ma attenti a dirlo, che non si sa mai.

Per quanto riguarda il Copasir, dopo che Salvini l’ha “sventolato” per un po’ sotto il naso della Meloni per cercare di ingolosirla e tenerla tranquilla – per la verità senza grandi risultati – la presidenza della delicatissima Commissione è stata assunta dal dem Lorenzo Guerini, ex democristiano, coordinatore locale del Partito Popolare all’epoca della sua costituzione, presidente della Provincia di Lodi in una coalizione di centro-sinistra, poi sindaco della stessa Lodi, confluito come quasi tutti gli esponenti della Margherita nel Partito Democratico dove è stato membro dell’assemblea nazionale e poi vicesegretario della stessa in coppia con la Serracchiani. Decaduto e sostituito da Maurizio Martina nel maggio 2017, Guerini è rimasto nella dirigenza del partito diventando coordinatore della segreteria nazionale. Un fedelissimo, dunque, molto attivo nel PD ma abbastanza defilato dalla politica dell’immagine, cosa che di questi tempi nel Partito Democratico paga. Che il Copasir sia il premio a tutto ciò?

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RK Montanari
RK Montanarihttps://www.lavocedelpatriota.it
Viaggiatrice instancabile, appassionata di fantasy, innamorata della sua Italia.

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