Sono 100 i casi di femminicidio registrati dal 1° gennaio al 26 novembre in Italia. 100 nomi, 100 storie, 100 donne strappate brutalmente alla vita, per la maggior parte (88) all’interno del proprio nucleo domestico o affettivo, che, da rifugio sicuro, si tramuta in orrenda scena del crimine.
Ai femminicidi si sommano, poi, i gravi casi di violenza fisica, psicologica, sessuale e verbale perpetrati ogni giorno nei confronti delle donne in contesti più vari, dall’ambito affettivo a quello lavorativo, ad esempio. Una vera e propria emergenza culturale e sociale che non accenna a fermarsi.
Sebbene da anni il tema sia sotto i riflettori, resta ancora un problema aperto.
Il 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, abbiamo registrato una condanna unanime da parte di tutte le forze politiche e la volontà di intraprendere iniziative per fermare una piaga ancora dilagante.
Il lavoro congiunto della politica, insieme a tutte le istituzioni coinvolte, può rappresentare la chiave per mettere in moto una rivoluzione culturale, partendo dall’analisi e conoscenza approfondita di un fenomeno che, pur nella sua mutevolezza, resta profondamente radicato nella nostra società.
Gli interventi nella formazione e nell’educazione sono imprescindibili, ma devono essere sostenuti da un solido apparato normativo, che assicuri misure efficaci e risorse adeguate.
Il Governo Meloni sta lavorando in questa direzione: nei primi due anni ha già posto solide basi per tutelare con maggiore incisività le vittime della violenza, “puntando su prevenzione, contrasto e sicurezza” ha ricordato il Presidente Meloni.
In primis è stato rafforzato il codice rosso, attraverso l’introduzione di una serie di misure per migliorare le indagini e i processi riguardanti i casi di violenza sulle donne e domestica, aumentando le misure preventive e rafforzando la formazione delle figure deputate a gestire la violenza di genere, dai magistrati alle forze di polizia, al personale sanitario.
Nella manovra in discussione, il Fondo a sostegno del Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne ha raggiunto la cifra record di 55 milioni di euro, grazie a un incremento di 20 milioni di euro. Fondi che andranno a sostegno delle Case rifugio e dei Centri antiviolenza. In queste Strutture residenziali socio-assistenziali e socio-sanitarie, articolate capillarmente sul territorio, viene offerto un rifugio sicuro, gratuito e nel rispetto dell’anonimato, alle donne e ai loro figli, nel caso in cui siano vittime di violenza o abusi.
In legge di bilancio è stato disposto, inoltre, l’incremento di 3 milioni di euro, a decorrere dal 2025, del Fondo per i diritti e le pari opportunità, per favorire l’orientamento e la formazione al lavoro per le donne vittime di violenza.
A tali misure si sommano il finanziamento di 10 milioni di euro in favore del cosiddetto ‘reddito di libertà’, che viene reso strutturale, e il ‘microcredito di libertà’, con la possibilità di ottenere prestiti a fondo perduto fino a 10mila euro per spese contingenti. Previsti anche prestiti fino a 50mila euro per consentire alle donne di aprire una propria attività imprenditoriale.
L’autonomia lavorativa, l’autodeterminazione e l’indipendenza economica sono infatti tra i fattori indispensabili per permettere alle donne di fuggire da situazioni di abuso o di pericolo. Un concetto più volte ribadito dal presidente Meloni, che dal suo insediamento ha rafforzato le misure a sostegno del lavoro femminile e del welfare, con ottimi risultati:
- il tasso di occupazione femminile ha raggiunto per la prima volta il 53,5%, con il record di 10 milioni di donne occupate, in gran parte con contratti a tempo indeterminato.
Favorire l’occupazione femminile e assicurare la parità di genere vuol dire anche e necessariamente sostenere la maternità.
In tale direzione vanno le misure del governo Meloni a supporto delle famiglie: l’aumento dell’assegno unico, che raggiunge la media di 719 euro a nucleo familiare, i 3 mesi in più di congedi parentali retribuiti all’80%, l’adozione del Codice per le imprese in favore della maternità e il potenziamento del piano asili nido, con un incremento dei posti per la fascia d’età 0-2 anni.
I ministri Casellati e Roccella hanno recentemente annunciato anche la costituzione di un tavolo tecnico per redigere un testo unico sulla violenza di genere: “Un documento che avrà un approccio innovativo, poiché si concentrerà sull’intero universo femminile, affrontando tutti i diritti delle donne. Si tratterà – spiega il ministro per le riforme istituzionali – di un testo organico che partirà dall’educazione e dalla formazione nelle scuole per promuovere la cultura del rispetto, fino a trattare le norme relative all’inserimento delle donne nel mondo del lavoro”.