Alle scorse elezioni politiche del settembre 2022, quasi 5 milioni di italiani sono stati costretti, nel migliore dei casi, a veri e propri salti mortali per fruire del proprio diritto al voto. Si tratta dei tantissimi studenti fuorisede le cui sacrosante richieste si ripropongono in prossimità di ogni tornata elettorale. Tuttavia, in anni di governo di sinistra, nulla è stato fatto in loro favore, nonostante quella dei fuorisede appaia come una questione presa particolarmente a cuore dalla sinistra. Le polemiche sulle difficoltà a cui gli studenti andavano incontro per esplicare il loro diritto al voto non mancarono neppure durante le ultime elezioni politiche: a lamentarsi però furono proprio i partiti che appoggiavano l’allora governo dimissionario, rimasti inerti lungo tutta la legislazione. Le lamentele sono proseguite anche durante la nuova legislatura, quella corrente, con esponenti di sinistra, ora all’opposizione, che accusano il governo di non voler permettere ai fuorisede di accedere al voto per le prossime europee. Una di quelle accuse per le quali sorge spontaneo il quesito: “Perché non l’hanno fatto loro quando potevano?”.
Ma una batosta arriva proprio da Fratelli d’Italia, smontando uno di quei cavalli di battaglia tanto cari alla sinistra che, probabilmente, restavano irrisolti solamente per averli sempre a disposizione in caso di imminente necessità elettorale. È di ieri, infatti, la notizia che i senatori di Fratelli d’Italia hanno depositato in Commissione Affari costituzionali un emendamento che permette ai fuorisede, in vista delle prossime europee, di votare nei comuni di temporaneo domicilio. A dire il vero, tuttavia, il tema del voto degli studenti fuorisede era sempre stato un argomento molto sentito dalla destra, che ha risposto all’appello fatto sul palco dell’Ariston da vari artisti che hanno consegnato delle matite ad Amadeus per sensibilizzare la politica sul tema: “La destra giovanile e Fratelli d’Italia sono sempre stati sensibili al tema del voto degli studenti fuori sede, che in queste settimane è all’attenzione della Commissione Affari Costituzionali del Senato, dove proprio i nostri senatori stanno portando avanti un grande e puntuale lavoro il che ha consentito che il ddl non finisse su un binario morto”: lo aveva dichiarato già nei giorni scorsi il presidente della Commissione Alberto Balboni insieme al presidente di Gioventù Nazionale Fabio Roscani e agli altri senatori di Fratelli d’Italia facenti parte della Commissione. “Su questo – hanno poi aggiunto – la sinistra per dieci anni, come al solito, si è riempita la bocca di slogan ma senza fare nulla e che ancora una volta rischia di portarci in un nulla di fatto”.
Nel dettaglio, il nuovo emendamento si propone di normare due fattispecie: quella in cui lo studente è domiciliato in una città che rientra nello stesso collegio del suo comune di provenienza (ad esempio, lo studente di Bari che si trasferisce a Napoli) e quella, invece, in cui lo studente abita in un comune appartenente a un collegio diverso (ad esempio, lo studente di Roma che si trasferisce a Milano). Nel primo caso, nulla quaestio: non c’è alcun problema, i candidati restano gli stessi e lo studente viene semplicemente assegnato a un’apposita sezione elettorale nella città in cui è domiciliato. Un problema maggiore per il conteggio dei voti sorge invece nella seconda ipotesi: in tal caso, il fuorisede è chiamato a votare in una sezione elettorale speciale designata appositamente nel capoluogo della Regione in cui studia. La proposta, insomma, è un primo vero tentativo di limitare quantomeno il danno, dando la possibilità ai fuorisede di spostarsi con più facilità per raggiungere il proprio seggio elettorale. Per esercitare questo diritto, i fuorisede dovranno presentare una domanda al comune in cui si è iscritti entro trentacinque giorni dalla data delle elezioni.