Willy Monteiro, vittima di una società sbagliata che esalta la delinquenza

Nella giornata di ieri, nel comune di Colleferro, alla periferia di Roma, un ragazzo di 21 anni, Willy Monteiro Duarte, è stato ucciso a calci e pugni da 4 ragazzi, anche se sarebbe più giusto definirli bestie. Perchè non possono essere definiti diversamente degli esseri umani capaci di uccidere un loro simile con inaudita ferocia e violenza.

Si è detto che i 4 fossero persone già dedite alla delinquenza abituale, con precedenti per spaccio e lesioni, come se fosse un dato fattuale con il quale fare i conti passivamente. Si è detto che, dopo l’omicidio brutale, si sono recati a bere birra in un locale lì vicino, dove sono stati rintracciati dai carabinieri in evidente stato di alterazione psicofisica, come se fosse un qualcosa di scontato.

Si è detto che il gruppo fosse ribattezzato, nella zona, “la banda di Artena”, e che a Colleferro fossero ormai abituati allo spadroneggiare di questa comitiva di “…gradassi, onnipotenti, danarosi, con il mondo ai loro piedi ed autori di diversi pestaggi cui non sono mai seguite denunce, per paura…”.

Nelle loro pagine Facebook, continui riferimenti a elementi che fanno il paio più con degli episodi di Gomorra che non con la vita reale, esaltazioni di atti di delinquenza e frasi significative: “La vita in ginocchio fatela fa a l’altri”.

Ed è questo il problema reale, che nulla a che vedere con bianchi, neri e razzismo, come parte della stampa continua a ripetere imperterrita. Finchè si tenderà a fare del riduzionismo al razzismo, non si coglierà mai il reale problema in cui siamo immersi.

Siamo una società che ha fallito, e dobbiamo prenderne atto. Il fallimento – abnorme – sta nell’esaltazione di comportamenti malavitosi e schifosi, che fanno audience televisiva, a discapito delle virtù. Non dobbiamo meravigliarci se, in una società in cui tutti vogliono essere ricchi e potenti come in una puntata di Gomorra, esistono soggetti, come i 4 ragazzi di cui sopra, che delinquono e riducono l’altrui vita ad un giocherello a loro disposizione.
Finchè tenderemo all’esaltazione della vita criminale, del successo sulla pelle altrui, del denaro facile, della ricerca dell’opulenza a tutti i costi, dello sminuire l’altrui esistenza a proprio consumo, non avremo un “problema razzismo”, bensì una bomba sociale pronta ad esplodere da un momento all’altro: la delinquenza senza freni, se non addirittura giustificata perché “i mass media esaltano quel tenore di vita”.

Ed oggi, intanto, piangiamo il sorriso di un ragazzo spensierato, ucciso da bestie senza Dio per un atto di altruismo. Perchè Willy stava solo cercando, eroicamente, di non voltare lo sguardo di fronte a dei criminali assassini.

Ora non si trovi una giustificazione di fronte a delinquenti di tal fatta. Ora siano condannati e marciscano nelle galere. Lo dobbiamo ad un ragazzo solare, per bene, con dei sogni, alla sua famiglia, ai suoi amici.

Ma soprattutto a noi stessi, alla nostra società che, nell’esaltazione di ciò che è facile ha dimenticato l’esaltazione di ciò che è buono.

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Nello Simonelli
Nello Simonelli
Nello Simonelli nasce ad Avezzano (AQ) il 26 novembre 1988. Sin da bambino interessato a tutto ciò che verte intorno al mondo del giornalismo e della scrittura, si laurea in giurisprudenza all’Università degli Studi di Teramo nel 2014, per poi dedicarsi ad attività che spaziano dal teatro alla dirigenza sportiva, dedicandosi ad ulteriori studi nel ramo del marketing e della comunicazione oltre che del diritto sportivo. Lavora presso lo Studio Legale Simonelli di Avezzano, è responsabile del circolo cittadino di Nazione Futura, scrive per diverse testate locali, nella Marsica ed in Abruzzo, e di approfondimento politico e sociale.

1 commento

  1. Bellissimo articolo che si legge d’un fiato e ci coinvolge in questa triste e dolorosa vicenda dove un giovane ragazzo, che potrebbe essere un fratello o un nostro figlio o nipote, ha perso la vita, in modo atroce. E non per un incidente o un evento incontrollabile ma per la sola colpa di non essere fuggito, per non aver mostrato paura. È morto un bravo ragazzo, per mano di assassini balordi. Esseri dall’esistenza squallida e inutile. Vera immondizia sociale di cui dovremmo liberarci!

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