Woke. Baldelli (FdI): “Alla Camera uno spazio oltre il politicamente corretto”

“Sono molto soddisfatto di aver creato, alla Camera dei Deputati, uno spazio di dibattito fuori dagli schemi del politicamente corretto in cui ci si può confrontare senza essere schiacciati dal mainstream”. Così il deputato di Fratelli d’Italia, Antonio Baldelli, a margine dell’evento “Wo… che? Battuta d’arresto o fine di un’era”, che si è tenuto alla sala del Refettorio a Palazzo San Macuto con la partecipazione di Marco Rizzo, Vladimir Luxuria, George Guido Lombardi e Francesco Borgonovo.

Marco Rizzo, segretario di “Democrazia sovrana popolare” ha parlato di “nodi della globalizzazione che stano venendo al pettine”. Perché “c’è un filo che lega il woke a tutto il resto” e benedice “il ritorno della politica negli Usa contro la supremazia della finanza”. Ma, spiega: “Il woke non è la mia sinistra, quella che stava davanti ai cancelli delle fabbriche” e che “i diritti sociali vengono prima dei diritti civili”.

Vladimir Luxuria, già deputata per Rifondazione comunista, attivista Lgbtq+, dice di essere “grata alla cultura woke” specificando che “noi non vogliamo ‘convertire’, perché non siamo missionari” ma per cui gli oppositori dell’ideologia woke sono una “minaccia alla democrazia”.

George Guido Lombardo, imprenditore italo-americano vicino all’amministrazione Trump, collegato dagli Stati Uniti, lega l’ideologia woke alla violenza, citando le numerose vetture Tesla bruciate recentemente, e la bolla come “qualcosa di antitetico a qualsiasi istituzione che rispetta i valori giudaico cristiani”.

Infine per Francesco Borgonovo, vicedirettore de “La Verità” e saggista, il woke “è la malattia senile del progressismo, una propaggine del politicamente corretto che mira alla correzione del pensiero”.

“La dittatura del politicamente corretto e il woke sono ormai il mainstream e somigliano a una religione del piacere che annulla il principio della responsabilità. Per cui ognuno di noi è ciò che gli piace essere e non dobbiamo più difendere i nostri valori e la famiglia che anzi diventa strumento di oppressione. Non è, come nel ‘68, una rivoluzione sociale e politica ma siamo di fronte a una rivoluzione antropologica che pone l’uomo al margine dell’universo e lo parifica a ogni altro animale. Questo è un grave pericolo per la cultura occidentale, i nostri valori e la nostra cultura millenaria” ha concluso Baldelli.

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