Sabato 13 maggio il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky si è recato al Quirinale e successivamente è stato accolto a Palazzo Chigi, incontrando infine presso la Santa Sede Papa Francesco.
Al termine dell’incontro, Zelensky e Meloni hanno rilasciato dichiarazioni congiunte alla stampa.
Il Presidente del Consiglio ha sottolineato come il rappresentante ucraino sia stato accolto “con affetto, con stima” dall’Italia. Zelensky ha voluto ringraziare l’Italia “non solo per il sostegno nella guerra contro l’aggressione russa al Paese, ma anche per offrire rifugio a tanti cittadini, donne e bambini fuggiti dalla guerra in Ucraina”. Ha anche pubblicato su Telegram un messaggio affermando che “L’Italia era e è dalla parte giusta, dalla parte della verità”.
Il bilaterale di Roma avviene dopo tre mesi dalla visita a Kiev di Giorgia Meloni. Una visita che, secondo Zelensky, “ha avuto un significato molto importante: perché solo vedendo con i propri occhi quanto accade ci si può rendere conto di quello che i russi stanno facendo al nostro Paese. Forse non tutti sanno che cosa è questa invasione russa e qualcuno pensa che non importa come finisca: finirà quando finalmente le bombe smetteranno di distruggere e ogni persona sarà sicura che la sua casa non sarà colpita”. Proprio in occasione di quella visita l’Italia si era impegnata a realizzare una Conferenza sulla Ricostruzione dell’Ucraina, che ha avuto luogo a Roma lo scorso 26 aprile, e che ha visto “la partecipazione di oltre 600 tra le migliori aziende italiane per dimostrare che la nostra nazione intende svolgere un ruolo di primo piano negli sforzi di ricostruzione economica dell’Ucraina”.
Come sottolineato dal premier, il fatto che oggi “il mio amico Zelensky è qui è a sua volta un segno di una Ucraina che scommette sul futuro, di un’Italia protagonista in un avvenire comune nella prosperità come dimostra i fatto che Roma è la prima tappa di questa visita europea del presidente Zelensky.”
L’Italia scommette sulla vittoria dell’Ucraina e “ha dimostrato con i fatti il suo pieno sostegno alla sovranità all’integrità territoriale dell’Ucraina, che è vittima di una brutale e ingiusta aggressione da parte della Russia.”
Da parte italiana si vuole arrivare ad una pace giusta, perché “noi non siamo così ipocriti da chiamare pace qualsiasi cosa che possa somigliare ad una invasione. Nessuna pace ingiusta potrà mai essere imposta all’ucraina e qualsiasi sia l’accordo di pace dovrà essere condiviso da questo popolo e l’Italia continuerà a contribuire a qualsiasi sforzo che possa condurre verso questa direzione.”
Inoltre, “riconosciamo le legittime aspirazioni europee dell’ucraina e le sosteniamo”, in quanto l’Ucraina “sta combattendo una pura battaglia per la difesa dei valori europei, di libertà e democrazia. È un avamposto della sicurezza dell’intero continente europeo e quindi di ciascuno dei nostri cittadini. Per questo abbiamo scelto di avere un ruolo decisivo nel sostenere l’attribuzione all’ucraina dello status di candidato all’ingresso nell’UE e continueremo ad assicurare il nostro pieno e totale sostegno per facilitare la progressiva integrazione di Kiev nell’UE, compresa l’assistenza che dovesse essere richiesta nelle riforme necessarie a questo percorso.”
Un’altra importante iniziativa che l’Italia sostiene è la Black Sea Grain Initiative, che è l’accordo sull’esportazione del grano ucraino, fondamentale per la tutela della sicurezza alimentare globale, così come il nostro Paese continua ad attuare interventi nel settore umanitario, per il ripristino delle infrastrutture critiche, in ambito sanitario e in tema di tutela del patrimonio culturale. Secondo i dati di Ukraine Support Tracker l’Italia è undicesima in termini assoluti per aiuti all’Ucraina, con un valore di 1.022 miliardi di euro e ventisettesima se si rapportano gli aiuti al PIL nazionale. In particolare, 52 milioni di euro sono stati destinati a scopo umanitario, 310 milioni i contributi finanziari e 661 milioni i contributi militari. Un aiuto fondamentale, che si inserisce coerentemente nel piano di aiuti dell’Ue. Su questo, si ricorda che lo scorso 5 maggio il Consiglio ha approvato una misura di assistenza del valore di 1 miliardo di euro, nell’ambito della European Peace Facility (EPF), per rafforzare le capacità dell’Ucraina di difendere la sua indipendenza, sovranità ed integrità territoriale, e ovviamente la sua popolazione, portando così il valore del supporto militare fornito dall’UE all’Ucraina ad un totale di 5,6 miliardi di euro.
Il presidente Meloni ha concluso dichiarando: “Il messaggio che vogliamo ribadire oggi è che il futuro dell’Ucraina è un futuro di pace e di libertà ed è un futuro europeo. E non ci sono altre soluzioni possibili per questa vicenda. Sono convinta che l’Ucraina vincerà e che rinascerà più forte, più orgogliosa e più prospera di prima. Credo che come la nostra nazione tanti anni fa è uscita dalla guerra, e da quella guerra è riuscita a dare vita a quello che fu chiamato il miracolo economico, l’Ucraina possa ambire a fare la stessa cosa. Faremo tutto quello che possiamo fare per questo obiettivo. Il popolo ucraino ha scelto di combattere perché crede nel suo futuro e perché vuole guardare a quel futuro. Noi insieme a loro guardiamo oltre questo conflitto, oltre il nemico, oltre l’invasione, oltre l’ingiustizia. Il modo migliore per guardare oltre è pensare già da ora ad un’Ucraina libera e ricostruita, perché ogni scuola, ogni ospedale, ogni campanile che noi ricostruiremo insieme in Ucraina saranno un pezzo delle fondamenta dell’Europa intera.”
Il Presidente ha fatto un riferimento anche alla propaganda russa che cerca di inserirsi nel dibattito. Non a caso, nel corso della giornata, sono stati registrati attacchi di hacker russi ai siti del Consiglio Superiore della magistratura e del Viminale.
La giornata di oggi è stata una giornata importante, durante la quale l’Italia ha avuto l’occasione di riconfermarsi quale alleato solido, affidabile e credibile.
Fondamentale anche la vicinanza del Santo Padre alla causa ucraina, come ricordato dal premier, che è una figura importantissima nel percorso di pace che si sta seguendo.
Proprio in riferimento a questo percorso, Zelensky ha voluto ricordare il suo piano di pace in 10 punti, evidenziando la necessità del ritorno di tutti gli ucraini deportati e imprigionati in Russia, inclusi i bambini deportati. Questi ultimi sono oltre 19.000, secondo le istituzioni ucraine, anche se il numero reale potrebbe arrivare ai 200.000.
Roma è una capitale di pace e oggi lo ha dimostrato in maniera importante. Sta portando avanti un lavoro che rende il nostro Paese un partner strategico e di primo piano. Il sostegno italiano all’Ucraina continuerà finché sarà necessario, sotto ogni punto di vista: finanziario, militare e umanitario.
Si scommette sulla vittoria e sul futuro di un Paese che ad oggi ha subito ferite profonde, ma che ci si augura che presto potrà tornare ad essere ancora più forte di prima.
Il Governo Meloni non ha mai mostrato titubanza sul supporto dell’Italia all’Ucraina, anche e soprattutto sostenendo il desiderio di Kiev di entrare a far parte della famiglia dell’Unione Europea.
Oltre a ciò, da Roma arriva anche l’iniziativa di proporre il nostro Paese come capofila per la ricostruzione post-bellica dell’Ucraina, un ambito nel quale l’Italia ha una altissima expertise. Ricordando il famoso miracolo economico degli anni Sessanta, anche oggi le imprese italiane potranno contribuire in maniera decisiva nella ricostruzione del paese ucraino, comportando tra l’altro per la nostra Nazione non solo dei ritorni positivi in termini di risultati degli investimenti, e si avrà una nuova immagine dell’Italia, sempre più forte dal punto di vista del ruolo geopolitico in Europa e della cooperazione bilaterale.