L’autunno è alle porte e di tutto si parla tranne che del baratro in cui si trovano migliaia di piccole e medie imprese.
Le aziende infatti con luglio hanno pagato i debiti di giugno, con agosto quelli di luglio. Settembre, ottobre, novembre, dicembre, gennaio come riusciranno a pagare?
La stagione estiva, oltre ad essere stata drasticamente ridotta in termini di durata, ha visto anche una netta diminuzione nel numero di turisti, con la quasi totale assenza di quelli stranieri.
A Viareggio ad esempio, si è lavorato nei week end e nelle due settimane a cavallo di ferragosto; nei restanti giorni alberghi, ristoranti e stabilimenti balneari erano mezzi vuoti e così in tutta Italia, senza parlare delle città d’arte che sono state praticamente deserte sia in luglio che in agosto.
Ad ottobre riprenderanno le riscossioni delle cartelle esattoriali, i mutui e i pignoramenti, mentre Iva, Inps e Irpef dovranno essere pagati per il 50% e il restante si potrà pagare a rate fino al 2022. Impossibile anche solo pensarlo.
Lo stato parla di interessi comuni, ma è un discorso unilaterale che vale solo quando i cittadini pagano tasse e tributi. Se le aziende vanno a picco tutti, stato compreso, si voltano dall’altra parte.
Inoltre, senza un patto di collaborazione fra proprietari e gestori molte aziende non sopravviveranno e molte non riusciranno ugualmente ad arrivare ad anno nuovo.
Se con il voto del prossimo 20 settembre le cose non cambieranno sul serio, prepariamoci ad un’altra Caporetto.