42 anni dalla strage di Carini, l’Italia ricorda il coraggioso generale Dalla Chiesa ucciso dalla mafia

Ricorre oggi, 3 settembre, l’anniversario della morte di Carlo Alberto Dalla Chiesa, di sua moglie Emanuela Setti Carraro e dell’agente Domenico Russo, vittime della mafia in quella che è nota come strage di Carini. Un crescendo di terrore e violenza che costò la vita a molti uomini delle istituzioni, tra politici, magistrati, giornalisti e forze dell’ordine. E che portò lo Stato a reagire, all’indomani del delitto Dalla Chiesa, nel 1982, varando l’articolo 416bis, e introducendo il reato di associazione mafiosa. Il generale Dalla Chiesa fu l’uomo di punta utilizzato nella lotta contro il terrorismo. Un uomo deciso e spigoloso, mai promo ai compromessi, che ottenne risultati straordinari. Dopo l’omicidio del deputato comunista Pio La Torre e l’approvazione della legge sull’associazione a delinquere di stampo mafioso, l’esecutivo lo nominò prefetto di Palermo con pieni poteri. Ma nel settembre del 1982 la mafia pose fine alla sua vita. “La mafia è cauta, è lenta, ti misura, ti ascolta, ti verifica alla lontana’’ Così Dalla Chiesa descriveva il suo assassino: un nemico silenzioso che si muove pavidamente all’interno della nostra società, minacciandone l’integrità. E lui ha sacrificato la sua vita per combatterlo, una lotta per rigettare ogni forma di compromesso con la mentalità mafiosa, respingendo la cultura dell’omertà e dell’illegalità in favore della legalità, per noi e per l’Italia. 

“Al Generale Dalla Chiesa, esempio di integrità e coraggio, e a tutti i servitori dello Stato che sono caduti lottando per liberare l’Italia dal cancro della mafia, va il nostro più profondo ringraziamento e rispetto. La vostra battaglia è la nostra e non indietreggeremo mai”, ha sottolineato Giorgia Meloni in un post su Facebook accompagnato da un video con un’intervista al Generale Dalla Chiesa. Una delle pagine

Di storia più buie, segnate dalla viltà della mafia contrapposta al coraggio e alla forza di chi l’ha combattuta sul campo senza voltarsi dall’altra parte. Un impegno che “continua senza sosta l’impegno per sradicare ogni forma di criminalità organizzata’’, ha aggiunto il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha iniziato il suo percorso politico proprio dopo la strage di via D’Amelio, decisa a continuare a dar voce agli eroi che hanno combattuto il cancro mafioso. 

Per commemorare l’uccisione del generale, oggi in via Carini a Palermo una cerimonia per omaggiare Dalla Chiesa: presenti sul luogo dell’eccidio, i figli Nando e Simona Dalla Chiesa. Oltre al Prefetto Maria Teresa Cucinotta, le autorità civili e militari, la presidente della commissione antimafia Chiara Colosimo, il sottosegretario Francesco Sisto e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. “La sua figura, il suo lascito ideale vivono oggi nell’operato di chi si impegna in prima persona contro la mafia e il terrorismo e indica all’intera comunità nazionale la via del coraggio e della responsabilità. Ogni giorno, nei diversi contesti, donne e uomini della Magistratura, delle Forze dell’ordine, della Pubblica amministrazione, del mondo dell’impresa e del lavoro, contribuiscono, con il loro apporto, a tenere alta la guardia, a contrastare e denunciare prevaricazione e violenza, a riconoscere e sventare modalità nuove e insidiose di infiltrazione criminale”. ha detto Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricordando Dalla Chiesa. 

Il coraggio del generale Dalla Chiesa di colpire con forza le strutture criminali, promuovendo valori di giustizia e società, è un esempio per noi e per le generazioni future.

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Veronica Passaretti
Veronica Passaretti
Sono nata il 1/01/2000, esattamente la prima nata del millennio. Da sempre innamorata della politica, tanto da iniziare la militanza in Gioventù Nazionale a 15 anni. Irrimediabilmente affascinata dai valori che il Tricolore rappresenta. ‘’Usque ad finem’’ non è solo il mio motto, ma uno stile di vita. Amante del vino rosso, simbolo di passione, cultura, storia e tradizioni italiane. Istinto, tenacia e una buona dose di testardaggine a completarmi.

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