Sono trascorsi 12 anni dalla terribile notte del 6 aprile 2009 in cui un sisma di magnitudo 6.3 ha devastato il centro storico dell’Aquila e decine di paesi provocando 309 vittime e migliaia di sfollati.
Ricordare questo drammatico evento costituisce un momento di riflessione affinché tragedie come quella dell’Aquila non accadano più.
Perché tutto parte dal ricordo, dalla memoria e dalla consapevolezza che i terremoti esistono da sempre e che è l’uomo che li ha resi catastrofici con le opere che ha realizzato. La colpa, quindi, non è dei terremoti che si verificano ma dell’uomo che ha costruito senza tenerne conto.
Il confrontarsi con l’attività sismica del nostro paese è un’esperienza radicata profondamente nell’animo di tutti gli italiani e nonostante l’elevato grado di pericolosità sismica del nostro territorio, con oltre 30 mila terremoti di media e forte intensità in 2500 anni, una reazione propositiva non è automatica. Gli interventi normativi e tecnici da parte
degli addetti ai lavori non sono mancati, ma ancora non si è giunti ad una presa di coscienza tale da rendere capillare la diffusione della prevenzione sismica.
Purtroppo in Italia manca una vera strategia di difesa e contenimento dei danni sismici e gli appelli rivolti al precedente Governo e all’ex capo dipartimento della protezione civile Angelo Borrelli sono rimasti praticamente inascoltati.
A fronte di ciò, è necessario un cambio di rotta che porti ad una svolta nel piano di prevenzione sismica da parte del nuovo governo Draghi dal quale ci si aspetta un esplicito e chiaro riferimento alla mitigazione del rischio sismico nel Recovery Plan, attualmente assente, e appunto una strategia nazionale a breve, medio e lungo termine in grado di modificare le prospettive di impatto di futuri sismi.
Inoltre, investire nella prevenzione sismica significherebbe dare impulso allo sviluppo economico del Mezzogiorno, area particolarmente esposta a sismi di notevole entità, la cui crescita e ammodernamento non possono prescindere da una politica di mitigazione del rischio.