Aborto, il solito polverone: gli esperti smontano le tesi della sinistra

Inventare, creare una narrazione totalmente distorta della realtà: la sinistra ci ha riprovato anche con l’aborto. Il solito polverone: la destra remerebbe contro i diritti delle donne, mentre la Meloni sarebbe “un passo dietro agli uomini”. Un polverone alzato dopo l’emendamento proposto da Fratelli d’Italia al decreto Pnrr con il quale si introduce che le Regioni, all’interno dei consultori, “possono avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri, anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”. Manco a dirlo, quella sinistra che non hai mai rivendicato, ma neppure concretamente condannato l’attacco alla sede di Pro Vita e Famiglia lo scorso novembre, è apparsa subito pronta a dare dimostrazione di tutto il suo odio verso le associazioni pro-life. Inventando che fossero un problema per la donna in gravidanza, un pericolo per chi sceglie di abortire, compiendo una sorta di lavaggio del cervello al fine di lasciare vivere il nascituro. L’inserimento delle associazioni del Terzo settore nei consultori è stato addirittura ritenuto “eversivo”, urlando allo scandalo: la tesi più usata è stata quella di un presunto attacco alla legge 194 del 1978. La legge che appunto ha introdotto in Italia le pratiche abortistiche.

Fratelli d’Italia tutela l’autodeterminazione della donna

Ma, ovviamente, si tratta della classica narrazione totalmente inventata. Giorgia Meloni, già durante la campagna elettorale dell’estate 2022, l’aveva chiarito: il diritto all’aborto non è a rischio e neppure in discussione. Bisogna tuttavia provvedere una sua completa applicazione, per dare supporto psicologico sia per le donne che scelgono di abortire sia per le donne che scelgono di dare alla luce il proprio figlio. Supporto anche di tipo economico per quelle donne che, invece, abortiscono perché non potrebbero sostenere ulteriori spese. L’emendamento Malagola presentato da Fratelli d’Italia va dunque in questa direzione: offrire supporto, all’interno dei consultori, alle quelle donne che, in modo del tutto volontario, chiedono aiuto. A loro la scelta più totale: scelta di abortire, scelta di ricevere supporto. Autodeterminazione ampiamente rincorsa dalla sinistra, messa in difficoltà dal fatto che ora, alla fine dei conti, è stata la destra ad ottenerla. L’autodeterminazione come la democrazia richiede, come la stessa legge 194 richiede.

La legge 194 prevede già le associazioni nei consultori

L’inserimento delle associazioni pro-life dei consultori, infatti, non è una novità: è già prevista dalla legge 194. Quella legge difesa da una sinistra che, invece, dimostra di non conoscerla a fondo. Basta sfogliare la Gazzetta ufficiale, raggiungere l’articolo 2 e leggere: “I consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita”. Che alla fine è quello che chiede l’emendamento Malagola. E si aggiunga pure che si è di fronte a un emendamento che rispecchia anche il dettato costituzionale, che all’articolo 118 recita: “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”.

Gli esperti confutano le tesi fallaci della sinistra

Insomma, ricapitolando: la sinistra accusa la destra di voler abolire la legge 194, ma l’emendamento di Fratelli d’Italia vuole solo applicarla pienamente; la sinistra accusa la destra di voler sottrarre alle donne il diritto all’aborto, ma la proposta di Fratelli d’Italia riconosce alle donne maggiore tutela e maggiore campo di scelta, in virtù del principio di autodeterminazione tanto caro alla sinistra. Il polverone alzato dalle opposizioni è stato infine smontato da una lettera aperta a Giorgia Meloni scritta dal presidente della Federazione Italiana di Ginecologia e Ostretricia, Vito Trojano: “L’art. 44 bis capo 10 del titolo II emendamento al PNRR non modifica, di fatto, gli obiettivi della Legge 194, ma al contrario ne ribadisce i concetti già espressi nell’articolo 2 della stessa legge, lasciando così alle donne sempre ampia libertà di prendere le proprie decisioni, con il ginecologo di riferimento, pur avendo ricevuto tutte le informazioni ed il sostegno possibile per qualunque opzione di scelta”. Anche gli esperti smontano le tesi fallaci della sinistra.

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