Aprite bene le orecchie, perché in queste ultime ore sono stati raggiunti livelli di epicità visti poche volte prima. La situazione è molto simile alla questione di Daisy Osakue, la discobola e pesista che nel 2018 venne colpita e ferita all’occhio da un uovo lanciato da ignoti. Un atto chiaramente razzista che provocò la reazione della sinistra più perbenista, prontissima a lanciare allarmi fascismo anche nelle situazioni più innocue, che sarebbe capace di incolpare di totalitarismo anche l’innocente paziente di un ortopedico cane che gli ha ingessato il braccio destro un po’ troppo teso. Ma, nel caso della Osakue, poi si scoprì che gli autori del gesto erano tre ragazzini appena maggiorenni, uno dei quali – udite udite – figlio di un candidato a sindaco e consigliere comunale per il Partito Democratico. E da quel momento, dietrofront: la narrazione sul pericolo fascismo crollò, in favore della più leggera e apolitica goliardia puerile.
Le accuse del Pd
Tutto piuttosto simile a quanto accaduto in queste ore. La scena che ha fatto scalpore è quella di un insegnante immortalato (in posa) insieme ad alcuni suoi studenti, impegnati nel frattempo a fare un saluto romano verso l’obiettivo. Foto circolata sui social e grande, grandissimo casino mediatico. Reazioni di indignazione da tutto il mondo dei dem e della sinistra. Incolpare il governo era d’obbligo, chiedere spiegazioni al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara pure. Il sindaco di Roma Gualtieri è intervenuto subito sul tema, come se non avesse di meglio da fare in quella Capitale tutta cantieri e strade bloccate: “Preoccupa l’aumento di episodi di razzismo e omofobia, Roma non può tollerare atteggiamenti fascisti. Anche Simona Malpezzi, senatrice dei dem, ha parlato di “comportamenti indegni”, asserendo che “un docente così non può stare in classe”. Tra le più dure contro l’esecutivo c’è Anna Ascari, dem e vicepresidente della Camera in questa legislatura: “Valditara, il nostro ministro castigatore, che cosa dice?”.
Svelato l’arcano, silenzio dem
Ma, proprio come per l’episodio della Osakue, quando tutta la verità viene a galla, questa non è quasi mai gradita al Pd. Il professore razzista, omofobo e descritto con tutti gli aggettivi più spregevoli logorati dal troppo uso del mondo perbenista, si scopre che è un dirigente del Pd abruzzese e stabilitosi lavorativamente a Roma. Un fatto che ha portato il Nazareno a un silenzio insolito. Vale la pena sottolineare la risposta del ministro Valditara: “Ormai è certo: il famigerato professore “fascista” dell’istituto Pirelli, che ha indotto numerosi esponenti del Pd e del M5S a spaventare il rischio di un dilagare di episodi di fascismo scuola, è in realtà un ex dirigente del Pd abruzzese. Non solo: è anche un convinto antifascista. Chi si è precipitato a chiedermi dichiarazioni di condanna e di stigma verso il “pericoloso eversore” ha fatto una pessima figura. Peccato che fra costoro vi sia anche una autorevole esponente del Pd, Anna Ascani, vicepresidente della Camera che quantomeno per il ruolo ricoperto avrebbe dovuto usare maggiore prudenza e toni più misurati e istituzionali. Chiarito che il docente non è pericoloso non è un pericoloso fascista, l’ufficio scolastico del Lazio verificherà ora se realmente il professore ha usato espressioni omofobe e razziste”.
Macchina del fango
Libero, questa mattina in edicola, ci ha regalato anche un’intervista a questo professore che, da solo e senza volerlo, ha mandato completamente in tilt tutta la sinistra italiana. Dice di aver “militato tutta la vita nei partiti di sinistra”, di essere “tra i fondatori della sezione locale dei Comunisti italiani”, di essere stato “vicesegretario del Partito democratico” nel suo paese in Abruzzo. Dice di essere un partecipante, ogni anno, del Pride di Roma. Ma vale la pena riportare la sua risposta alle accuse di razzismo, a monito dell’assurdità delle tesi del mondo perbenista che, questa volta, si è riversato contro di lui, ma chiunque di noi potrebbe ritrovarsi, un giorno o l’altro, senza particolari motivi, nel fango mediatico della sinistra: “Per il razzismo – ha raccontato a Libero – hanno tirato in ballo due episodi assurdi: avevo detto a un ragazzo filippino di pulirmi la casa. Spiego: è un alunno bravissimo che con me aveva dieci, lui con autoironia un giorno ha fatto finta di pulirmi la cattedra: “Io sono filippino, mi piace pulire le cose”. È stato lui a fare la battuta. Poi mi si imputa di aver messo in primo banco una ragazza perché egiziana: un’assurdità. L’ho messa davanti una sola volta perché doveva recuperare un compito in classe, come si fa con tutti, in tutte le scuole”.