Ora nel mirino dell’Europa ci finiscono le forze dell’ordine, accusate di razzismo. Un rapporto dell’Ecri, la Commissione europea contro razzismo e intolleranza del Consiglio d’Europa, mette nel mirino gli agenti: “ci sono numerosi resoconti di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine che prendono di mira in particolare i rom e le persone di origine africana. Si tratta di una forma di potenziale razzismo istituzionale”.
Protesta formale del governo
Immediata la risposta sui social del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: “Le nostre Forze dell’Ordine sono composte da uomini e donne che, ogni giorno, lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzioni. Meritano rispetto, non simili ingiurie”. Anche Mattarella non fa mancare il suo appoggio: “Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha telefonato al Capo della Polizia, prefetto Vittorio Pisani, esprimendogli lo stupore per le affermazioni contenute nel rapporto della Commissione contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa e ribadendo stima e vicinanza alle forze di Polizia”, così una nota del Quirinale. Oggi il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, rilancia su X la protesta formale del governo: “Ho dato istruzione al rappresentante permanente italiano presso il Coe di esprimere il forte sdegno del governo per il contenuto inaccettabile del rapporto Ecri. Le nostre forze dell’ordine non sono razziste. Pretendiamo rispetto per chi serve l’Italia garantendo la sicurezza di tutti”. Il segretario esecutivo dell’Ecri, Johan Friestedt a Repubblica parla di strumentalizzazione e sottolinea l’indipendenza dell’organo: “Con il nostro report, un lavoro collegiale che si basa su fonti solide e anche dichiarate, abbiamo voluto mettere in risalto alcuni particolari comportamenti della politica perché possano essere corretti. Ci sono delle nostre indicazioni al Governo, così come lo facciamo a tutti i Governi. Non c’è nulla di politico, noi siamo un organo indipendente, come indipendenti sono le nostre fonti”. L’Ecri non indica casi specifici, parla solo di “numerosi casi di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine” e accusa il Governo di “non raccogliere dati adeguatamente disaggregati sulle attività di controllo della polizia”.
La rabbia dei sindacati: “Insulti deliberati”
In una nota, Felice Romano, Segretario Generale del SIULP, il sindacato maggioritario del Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico, critica il report: “L’opinione pubblica scopre oggi dell’esistenza di un ente, il Consiglio d’Europa, che si produce in una spericolata acrobazia argomentativa che, partendo dalla preoccupazione per lo scadimento del linguaggio usato nel confronto politico interno, arriva, non si sa bene secondo quali percorsi deduttivi, a lanciare accuse di razzismo alle forze di polizia italiane. Una approssimazione ancora più grave perché nemmeno si è avvertito il dovere di chiarire quali siano le fonti alle quali i latori di tali farneticanti conclusioni abbiano attinto per approdare a simili valutazioni. Insultare deliberatamente le donne e gli uomini che quotidianamente si impegnano per assicurare la sicurezza e la libertà dei cittadini e, soprattutto, dei milioni di stranieri che, proprio grazie a questa diuturna dedizione possono beneficiare dei diritti fondamentali assistiti dai presidi costituzionali, non può che essere stigmatizzato come un indegno tentativo di introdurre strumentali momenti di frizione nella dialettica domestica”. Difende, inoltre, il lavoro degli agenti: “Parliamo di onesti lavoratori dello Stato che hanno svolto il loro onorevole servizio con governi espressione delle più svariate sensibilità politiche, nessuna delle quali si è mai accorta di avere alle dipendenze le orde di xenofobi in divisa la cui presenza viene denunciata oggi dall’Ecri, la commissione contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa”.