“Luigi Li Gotti- l’avvocato che ha denunciato il presidente del consiglio Giorgia Meloni, il sottosegretario Mantovano e i ministri Nordio e Piantedosi sul caso Almastri- è noto per il suo passato politico di sinistra e per essere stato il difensore di boss pentiti del calibro di Buscetta e Brusca. È penalista d’esperienza dunque mente sapendo di mentire quando dice che l’iscrizione nel registro degli indagati a seguito di denuncia sia un atto dovuto. Da avvocato sa perfettamente, infatti, che denunce, esposti o querele possono non avere alcun seguito. Anzi di più! Il procuratore Pignatone già nel 2017 stimolava la procura di Roma ad evitare iscrizioni frettolose. Disse all’epoca: ‘una bufala, una leggenda, a volte un pretesto oppure un alibi, sostenere che una querela o una denuncia debbano comportare automaticamente l’iscrizione nel registro degli indagati – che perciò è un atto dovuto – è un errore’. E dunque occorre essere chiari: chi oggi ha deciso di iscrivere il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il sottosegretario Mantovano e i ministri Nordio e Piantedosi nel registro degli indagati per la vicenda Almasri su denuncia dell’avvocato in cerca di miglior fortuna lo ha fatto per bloccare l’azione del governo che, con determinazione, sta portando avanti la riforma della giustizia. All’avvocato e a quella parte della magistratura politicizzata sia chiaro che non ci lasceremo intimidire”. Così il deputato di Fratelli d’Italia, Sara Kelany.