Amaro Lucano: la Cassazione smonta il ‘modello Riace’, ma la sinistra lo difende ancora

L’immigrazione è un business? Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace divenuto europarlamentare tra le file di Avs con il merito, riconosciutogli da Bonelli e Fratoianni, per essere stato uno dei maggiori sostenitori degli ingressi indiscriminati, è stato condannato in via definitiva a un anno e mezzo di carcere per quel ‘sistema Riace’ che, appunto, ha reso la cittadina calabrese un centro di accoglienza permanente e a cielo aperto in cambio di favori e altri affari. Un bel modello per la sinistra, insomma.

La Corte di Cassazione ha confermato: è truffa aggravata allo Stato e falso in atto pubblico. Cadute invece le accuse più gravi, quelle per cui Lucano avrebbe di fatto destinato fondi pubblici destinati all’accoglienza ad associazioni a lui molto vicine. Lui per questo esulta: “Io non ho mai commesso nessuno dei reati che mi sono stati contestati. Si è trattato di un teorema studiato ed elaborato proprio per ostacolare una storia di accoglienza unica nel mondo. Riace ha dimostrato che si può fare accoglienza con dolcezza. Tutto questo doveva essere ostacolato”. Intanto, però, la sua fedina penale è ufficialmente sporca: tra le file di Avs c’è ufficialmente un pregiudicato. Un nuovo curriculum che si aggiunge a una che è accusata di manganellare persone in Ungheria e di occupare immobili popolari, e un altro, attivista contro il caporalato, la cui famiglia invece gestisce una cooperativa che fa vivere in condizioni indegne i suoi ospiti immigrati mentre rivendica un fantomatico “diritto all’eleganza”.

Urlano al complotto: “Siamo di fronte a una macchinazione”

E infatti, come se una condanna definitiva confermata dalla Cassazione fosse soltanto carta straccia, da sinistra minimizzano la sentenza appellandosi perfino a una sorta di complotto. Per lo stesso Lucano “era evidente che ci siamo trovati di fronte ad una macchinazione perché avevamo fatto cose di interferivano con questioni che andavano al di là di Riace. Penso alla coincidenza temporale con gli accordi tra l’Italia e la Libia che ritengo siano strettamente collegati con quello che ha subito Riace”. Immaginate se qualcuno di destra avesse avuto l’ardire di criticare una sentenza definitiva: un putiferio. A sostegno di Lucano arriva la sua collega, Ilaria Salis: “La Cassazione ha confermato l’assoluzione di Mimmo Lucano e degli altri imputati dalle accuse di truffa e associazione a delinquere. Sono felice per Mimmo, uomo genuino e generoso, nuovo amico e compagno di lotte in Europa, esempio di umanità e di coraggio. Ma soprattutto sono felice perché un’esperienza come quella di Riace non può e non deve mai essere considerata un crimine. Riace al contrario, è la dimostrazione concreta che la migrazione – quando i migranti sono riconosciuti come cittadini con pari diritti – non è un problema ma un arricchimento per i territori. Accoglienza vera, solidarietà, internazionalismo. Un modello di convivenza fondato sull’eguaglianza sociale, in cui autoctoni e nuovi arrivati condividono la stessa comunità. Che mille Riace possano fiorire!”. E mille altre condanne definitive, a quanto pare…

FdI: “Il modello di accoglienza della sinistra ha fallito”

Ha commentato la paradossale questione Michele Barcaiuolo, senatore di Fratelli d’Italia: “La condanna definitiva di Mimmo Lucano è solo l’ultimo tassello che smonta la narrazione costruita per anni dalla sinistra su un sistema d’accoglienza poco trasparente e fallimentare. Il cosiddetto ‘modello Riace’, difeso con le unghie e con i denti come un esempio virtuoso, ha invece dimostrato di essere uno dei simboli di una gestione inadeguata e priva di regole certe”. Sprechi e truffe perpetrati per mesi, un business troppo grande per essere fermato. Ma le cose ora sono cambiate: “La sinistra farebbe meglio a prendere atto della realtà: il loro modello di accoglienza ha prodotto caos e ha fallito ovunque, generando disastri amministrativi e infiltrazioni di interessi poco chiari. Oggi, con il Governo Meloni, si cerca di chiudere definitivamente una stagione negativa. L’immigrazione non è più una scusa per creare sistemi opachi, ma torna a essere gestita con criteri di sicurezza, chiarezza e rispetto delle regole”.

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