Dopo quello assestato dall’Agenzia delle entrate solo qualche giorno fa, un altro brutto colpo per le opposizioni, sempre più frastornate e sempre più incapaci di trovare validi argomenti da contrapporre ai Governo Meloni. Soprattutto, ai risultati ottenuti dal Governo Meloni.
L’ultimo, frutto di una serie di provvedimenti approvati negli scorsi mesi, riguarda il reddito reale delle famiglie. Un dato che ci fornisce l’OCSE, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, da sempre e da tutti ritenuta uno degli organismi più affidabili in tema di politiche e statistiche economiche.
Bene, secondo quanto comunicato dall’OCSE, nel terzo trimestre 2023 il reddito reale delle famiglie per abitante nei Paesi dell’Ocse è diminuito in media dello 0,2%. In controtendenza il dato registrato in Italia, con il reddito reale delle famiglie aumentato, nello stesso trimestre, dell’1,4%. Un aumento, sottolinea l’Ocse, dovuto principalmente alla crescita della remunerazione dei dipendenti e dei redditi da lavoro autonomo. L’aumento segue la contrazione dello 0,4% registrata nel trimestre precedente e il +3% del primo trimestre 2023.
Non male. Anche perché i 36 membri OCSE rappresentano la quasi totalità degli stati membri UE e le maggiori economie mondiali, compresi tutti gli stati del G7.
E infatti qualche altro dettaglio emerso dalla rilevazione contribuisce ancor più a certificare il lavoro egregio del Governo Meloni sin dal suo insediamento.
Leggiamo infatti che, tra i 21 Paesi per i quali sono disponibili i dati, 10 hanno registrato una diminuzione del reddito reale delle famiglie, con la Spagna che ha fatto segnare la contrazione maggiore (-2,1%), dovuta principalmente ad un aumento delle imposte sul reddito e sul patrimonio (laddove invece in Italia si è proceduto alla riduzione…)
Ancora, tra le economie del G7, oltre all’Italia, soltanto il Regno Unito ha fatto registrare un valore in crescita, seppur notevolmente inferiore (+0,2%). La Germania ha registrato una diminuzione dello 0,6%, la Francia una leggera contrazione (-0,1%). Dopo aver lasciato l’ultima posizione delle classifiche europee in fatto di crescita ed essere ora sopra la media e traino dell’eurozona, ora anche sul versante del reddito reale delle famiglie l’Italia primeggia. Chissà che la vulgata dell’Europa a trazione franco tedesca, tanto in voga con la sinistra al Governo, ora non cambi musica e parole. E soprattutto interpreti.
Dati che, inequivocabilmente, confermano la positiva dinamica dei salari in Italia, già evidenziata dal comunicato Istat di fine gennaio, nel quale si afferma che l’indice delle retribuzioni orarie è cresciuto, nella media del 2023, del 3,1% rispetto all’anno precedente, con un aumento medio delle retribuzioni per dipendente del 3% su base annua. Un dato significativamente superiore a quello degli anni passati, pari a quasi 3 volte quello registrato nel 2022 e nel 2019 (+1,1%) e a 5 volte quello registrato nel 2019 e nel 2020 (+0,6%).
Quelli della tutela del potere di acquisto delle famiglie e dell’aumento dei salari erano chiari obiettivi del Governo, e questi dati indicano come sia stato positivo l’effetto delle misure messe in campo, dal taglio del cuneo contributivo alla detassazione dei fringe benefit alla detassazione dei premi produttività. Misure alle quali si somma, ad esempio, il trimestre tricolore, che tanto successo ha riscosso nell’ultimo periodo dello scorso anno. E alle quali si sommano, ulteriormente, quelle previste per il 2024, iniziato con diverse misure confermate in legge di bilancio ed altri interventi di nuova introduzione, quali l’esonero contributivo totale per le mamme lavoratrici con almeno 2 figli, l’aumento del bonus nido per il secondo figlio e l’avvio della riforma dell’Irpef.
Insomma, dopo il record sul fronte occupazione, dopo il recupero record di evasione fiscale, dopo il tasso di crescita salito sopra la media europea dopo anni e anni di poco gratificanti retrovie, un altro successo del Governo Meloni. Chissà cosa ne pensano dalle parti del Nazareno o da quelle più eteree del Giuseppi nazionale… mica se la prenderanno con l’OCSE e ne chiederanno lo scioglimento? O no?