“Negli anni Ottanta Palermo è stata aggredita dalla strategia mafiosa, che preludeva a un vero e proprio attacco allo Stato. Erano i prodromi di quello che sarebbe poi accaduto negli anni Novanta. Molti servitori dello Stato hanno dato la propria vita per porre un baluardo di fortezza alle logiche criminali della mafia, fra questi il vicequestore Ninni Cassarà e il suo agente di scorta Roberto Antiochia, che oggi ricordiamo nel trentanovesimo anniversario della morte. La vita e l’impegno di questi degni figli dello Stato dovranno essere il promemoria ideale da affidare alle giovani generazioni, al di là di ogni tentativo di retorica che sovente qualcuno sbandiera in un teatrino di antimafia gridata. La mafia, le mafie, sono quelle metastasi da estirpare con mano ferma, come ha fatto lo Stato dimostrando la propria presenza, anche se a costi altissimi, come nel caso di Ninni Cassarà e Roberto Antiochia. I coraggiosi figli dello Stato, quelli che a spregio delle loro vite hanno prima guardato in faccia e poi affrontato le logiche mafiose e chi le rappresentava, dovranno essere la storia sempre presente di quei valori positivi da trasmettere in un continuo esercizio di memoria ai nostri giovani che si affacciano alla vita sociale e lavorativa. Trasmettere equivale a consegnare e le consegne di chi ha creduto ed è morto per combattere l’antistato sono il sigillo più forte e attuale da affidare ai nostri figli”.
Lo ha dichiarato il senatore Raoul Russo (FdI), membro della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.