Antimafia, fango sulla presidente Colosimo

L’attacco politico-mediatico alla deputata FdI: “Il Fatto Quotidiano” riprende la condanna dello zio e la foto con Ciavardini, i 5 Stelle chiedono le dimissioni per difendere De Raho e Scarpinato

Nel tritacarne mediatico stavolta ci è finita Chiara Colosimo, presidente della commissione Antimafia, attaccata per vicende già chiarite in passato. Gli attacchi si rifanno ad uno zio condannato perché legato alla ‘Ndrangheta e ad una foto con l’ex Nar Luigi Ciavardini. Appena lette le tesi riportate su “Il Fatto Quotidiano”, i 5 Stelle subito diramano una nota contro il deputato di Fratelli d’Italia: “Con una simile presidenza, la credibilità della commissione Antimafia, una istituzione che deve essere al di sopra di ogni sospetto, è irrimediabilmente compromessa e la stessa reputazione internazionale del Paese nel contrasto alla mafia rischia di essere appannata. Per senso di responsabilita’ nei confronti del Paese, Chiara Colosimo deve rassegnare le dimissioni da presidente della commissione Antimafia”. Lo affermano i rappresentanti M5s in commissione Antimafia, Stefania Ascari, Federico Cafiero De Raho, Francesco Castiello, Michele Gubitosa, Luigi Nave e Roberto Scarpinato, che aggiungono: “Dopo i rapporti di ‘affettuosa’ vicinanza con Luigi Ciavardini, efferato esecutore della strage di Bologna e feroce assassino del giudice Amato che aveva scoperto i legami della destra eversiva con la P2, si accerta ora che la presidente della commissione Antimafia, Chiara Colosimo, ha uno zio di primo grado, Paolo, già condannato a 4 anni e 6 mesi con sentenza definitiva e radiato dall’albo degli avvocati, che era a disposizione di potenti cosche della ‘ndrangheta e che di tali rapporti parlava tranquillamente al telefono con il fratello Cesare, padre di Chiara Colosimo. Non ci si meraviglia – continua la nota – che, senza dare alcuna spiegazione plausibile e nonostante reiterate sollecitazioni, la presidente abbia sino ad ora impedito alla commissione Antimafia di svolgere indagini conoscitive anche sulle piste che evidenziano i legami nel piano stragista degli anni 1992-93 tra Cosa Nostra, la ‘ndrangheta ed esponenti della destra eversiva, tra i quali Paolo Bellini, condannato insieme a Ciavardini per la strage di Bologna, uomo legato ai servizi segreti ed interlocutore diretto degli esecutori mafiosi della strage di Capaci”.

Colosimo, attraverso una proposta di legge vuole escludere dalla commissione Antimafia i parlamentari che si trovano in condizioni di incompatibilità. Una mossa che non permetterebbe a De Raho e Scarpinato, guarda caso tra i firmatari della nota, di partecipare ai lavori della Commissione. La risposta della Colosimo non si fa attendere: “Se questa volta intervengo dopo l’attacco preventivo durato settimane di maggio del 2023, e quello di queste ultimi giorni, è solo perché lo devo all’Istituzione che presiedo. Paolo Colosimo era un avvocato penalista, che di norma non credo difendesse stinchi di Santo; è stato condannato ed io ne ho preso le distanze da subito, prima della condanna definitiva – continua la presidente – Sì, ho un parente che ha avuto un problema giudiziario. Grande scoop! Luigi Ciavardini era un appartenente ai Nar, organizzazione eversiva alla quale non ho mai partecipato e della quale non ho mai condiviso, non dico la militanza perché quello lo dice l’anagrafe, ma i principi. Conosco Ciavardini come chiunque sia entrato a Rebibbia, dove la sua associazione era fortemente presente in più reparti. Sì, come chiunque, anche qualcuno a sinistra, ma questo non fa notizia – aggiunge Chiara Colosimo – Incredibilmente queste due ‘notizie’ entrambe pubbliche e note da molti anni oggi meritano tanta attenzione. E vi domando, perché? Onestà, legalità, passione e trasparenza continueranno a segnare il mio impegno, con una lotta senza quartiere alla criminalità organizzata. Irreprensibile, e lo sarò nonostante un ingiustificato fango. Con immenso rispetto e grande rammarico per alcuni familiari delle vittime, posso promettere solo di restare quella che sono, senza farmi mai intimidire. Capisco che una donna libera che presiede questa importante istituzione senza interesse alcuno, senza fili di burattinai, che da subito ha dato voce ai figli del giudice Borsellino e messo in evidenza macroscopiche reticenze dia fastidio, capisco che andare a fondo senza dover difendere alcuno nel caso del dossieraggio spaventi altri, ma la cosa non mi tocca. Sempre più forte rimbomba la domanda: chi ha paura della verità?’’. Ricordiamo che è grazie a Colosimo che, dopo 32 anni, sono stati desecretati i file in cui Paolo Borsellino indica il dossier “Mafia-Appalti” come l’origine della morte di Falcone, iniziando a fare luce su un velo di nebbia

La solidarietà di FdI: “Non le impediranno di andare fino in fondo”

Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro parla di: “spropositati attacchi al presidente della commissione Antimafia. Qualcuno sta rimestando nella vita di Chiara Colosimo tentando di far “riesplodere” un “caso” già ampiamente sondato dalla libera stampa. Escludendo che i giornalisti in questione siano dei “ritardatari”, dobbiamo chiederci perché. Forse perché Chiara Colosimo persegue senza sosta la verità sulle stragi, dando finalmente voce ai famigliari di Borsellino? Forse perché il presidente Colosimo vuole un codice etico che imponga a chi è parte di non essere anche giudice in antimafia? Se fosse così i “ritardatari” rimarranno delusi: nulla può impedire, per carattere ed onestà, a Chiara Colosimo di andare sino in fondo!”. Sulla stessa linea il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan: “Il metodo usato per colpirla è oltremodo sgradevole, perché, non potendole contestare nulla che la riguardi personalmente, scava tra i suoi legami di parentela. Conosco però la sua tempra e sono convinto che non si lascerà scalfire”.

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Alessandro Guidolin
Alessandro Guidolin
Classe 1997, piemontese trapiantato a Roma. Laureato in giurisprudenza, appassionato di politica e comunicazione. “Crederci sempre arrendersi mai”

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