Riparte Atreju ed entra nel vivo. La festa di Fratelli d’Italia si allarga con l’inaugurazione del villaggio completo, la sala Cristoforo Colombo, la maggiore delle due ubicate al Circo Massimo. Oggi programma fittissimo, a partire dalle ore 15, quando si è tenuto il primo panel della giornata “La via italiana per le riforme. Dall’autonomia al premierato, una Nazione più vicina ai cittadini”. Temi fondamentali, dunque, per la maggioranza, che punta a migliorare quelle mancanze che una Costituzione redatta 80 anni naturalmente può presentare. C’è la questione del premierato, dunque, che vorrebbe risolvere il problema dei governi tecnici e delle crisi extraparlamentari che minano la stabilità della Nazione intera. La stabilità del Governo Meloni è un’eccezione in un contesto generale in cui la caducità dei singoli esecutivi era un ostacolo alla credibilità stessa della Nazione: “La stabilità porta attrattività degli investimenti esteri – ha detto il ministro delle Riforme, Elisabetta Casellati –, permette agli imprenditori, ai cittadini di programmare la propria vita. Questo significa fiducia dei mercati, significa sviluppi economico. Gli ultimi dieci anni di instabilità politica sono costati agli italiani 265 miliardi di euro in più sugli interessi del debito pubblico”. L’elezione diretta del premier, poi, “riporta il cittadino a essere protagonista del voto, perché è indecente che negli ultimi dieci anni il cittadino abbia visto il proprio voto fine nel cestino”.
Fa parte della strategia delle riforme anche l’autonomia differenziata. Oggi la Corte di Cassazione ha dato il via libera per l’abrogazione dell’Autonomia differenziata. Sul palco della sala Cristoforo Colombo, il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, ha espresso il suo rammarico per il fatto di non avere “la motivazione della Corte”: “Mi rammarico che il primo organismo che ha ricevuto questa ordinanza sia il giornale La Repubblica, che non mi sembra un organo costituzionale”. L’accusa: “C’è una talpa che ha passato la notizia, vuol dire che non c’è leale collaborazione tra gli organi di Stato”. Poi il ministro è entrato nel merito: “L’ammissibilità del referendum non vuol dire averlo perso. Bisogna raggiungere il quorum e avere più del 50% che dicono sì. Ma quando si esprime il popolo, il popolo ha sempre ragione”.
È stato poi il turno del panel dedicato al mondo dell’università e della scuola, specie al confronto e al dialogo come base di partenza per una società democratica. Oggi la violenza negli atenei e negli istituti scolastici è sempre più presente, praticata da “quei sedicenti tolleranti che tentano di insegnarci quale sia la via verso la democrazia – ha detto Nicola D’Ambrosio, presidente di Azione Universitaria –. Così tolleranti da averci raccontato alcuni mesi fa che persino il buon David Parenzo non aveva diritto a intervenire a un convegno organizzato dai nostri ragazzi in università. Non se quando eri all’università avevi simpatia per Azione Universitaria, ma immagino che da oggi sicuramente se tu dovessi lavorare, saresti più propenso per chi ti dà il diritto di parola piuttosto che per chi tenta di censurarti”. Goliardia, ma la questione è molto più profonda, anche perché oggi fortunatamente siamo lontani dal livello di censura che portò perfino alla morte di tantissimi giovani durante gli Anni di Piombo, come ad esempio Sergio Ramelli, per il quale gli spettatori della sala Cristoforo Colombo si sono alzati in piedi ad applaudire. “L’università è un luogo di tutti per definizione e tutto quello che non è nella logica del dibattito e del dialogo è violenza e basta. Credo che siano dei rettori che hanno gestito meglio degli altri la situazione” ha detto il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini.
La serata va avanti e tantissimi ospiti sono ancora attesi alla kermesse di Fratelli d’Italia, che si concluderà con i premi Atreju consegnati a Edoardo Vianello, Stefania Battistini e Simone Traini. Tanto dialogo che, al di fuori della struttura, sono giunti i soliti contestatori pro-Pal, che armati di bandiere palestinesi hanno cercato di rovinare la festa. Non ci sono riusciti: Fratelli d’Italia risponde con il sorriso.