Autistica, autorizzata dagli assistenti sociali a fare sesso con chiunque

Siamo ormai immersi fino agli occhi nella “Cultura del piagnisteo” come teorizzata da Robert Hughes nel suo famoso libro, e viviamo una saga del “politicamente corretto” che giorno dopo giorno mette in discussione le certezze, i modi di fare, le tradizioni di migliaia di anni. La storia che arriva dall’Inghilterra e che vi stiamo per raccontare, è solo una delle tante che dimostrano come ormai sia difficile controllare le tante derive di dottrine moderniste di dubbio valore.

A Manchester c’è una giovane donna di 23 anni con gravi difficoltà di apprendimento, un QI di 52 e che è affetta da autismo. La ragazza – di cui ovviamente non possiamo fare il nome – è stata vittima di una infanzia particolarmente travagliata. Già a nove anni era stata segnalata per essersi allontanata da casa almeno 5 volte. All’interno della famiglia, poi, veniva appurato che la ragazzina era stata sottoposta a pratiche sessuali, comprese violenze e stupri, con uomini, nella maggior parte dei casi di origine asiatica.

Allontanata dal nucleo familiare, e seguita in istituto, la ragazza aveva sviluppato una forma di autismo con l’aggiunta di un interesse ossessivo per gli uomini, in particolare uomini di diversa provenienza etnica o culturale. Dopo il compimento del 18° compleanno, la ragazza era stata affidata alla Court of Protection,  una speciale Corte inglese con giurisdizione sulle proprietà, gli affari finanziari e il benessere delle persone che non hanno la capacità mentale di decidere autonomamente per sé. Ed è proprio uno dei giudici della Court of Protection a prendere una prima decisione circa il futuro della giovane. Viene stabilito che la ragazza è in grado di acconsentire ad una pratica sessuale, ma non ha la capacità “di prendere decisioni sui suoi contatti con gli uomini”. Perciò si può dedurre da questo pronunciamento che la poverina sarebbe stata a rischio significativo di lesioni sessuali se le fosse stato concesso l’accesso alla “comunità nazionale” senza una supervisione costante. Così,  viene assunta una società specializzata, Engage Support, affinché la giovane donna venga costantemente controllata  h24 da due operatori sanitari.

In realtà, sembra proprio che chi dovrebbe controllarla, sulla scorta di una stramba teoria l’autorizzi, se non addirittura la incoraggi, ad avere incontri sessuali con quanti più uomini possibile perché si ritiene che incontri ad alto rischio con estranei possano permettere alla povera ragazza di “imparare dai suoi errori”. Questa sì una vera follia.

Sta di fatto che la poveretta a quel punto abbia cominciato ad inviare sue foto nuda anche a uomini appena conosciuti, coinvolgendosi in rapporti sessualmente sempre più rischiosi. Infine, quando i comportamenti della ragazza sono diventati sempre meno controllabili, al punto che la giovane è stata vista anche fare sesso in pubblico, è nata una diatriba tra la società di supporto Engage e il consiglio comunale di Manchester che ne pagava le prestazioni.  Il consiglio ha messo in discussione il contratto sebbene uno psicologo utilizzato da Engage abbia sostenuto che offrire alla ragazza la possibilità di avere “contatti con uomini senza una supervisione” fosse nel suo migliore interesse. In ogni caso, eventualmente, poteva essere istituita una rete di sicurezza telefonica che avrebbe potuto contattare i futuri accompagnatori della ragazza per sapere gli sviluppi dei vari rapporti.

Per fortuna, il consiglio di Manchester ha detto no. Ma purtroppo, a giugno scorso, il giudice Jonathan Butler ha dato a Engage il permesso di lasciare la donna sola in casa affinché potesse avere rapporti sessuali con chi preferiva ma solo nelle ore diurne. Questo per evitare che cercasse sesso in pubblico come aveva promesso al giudice stesso. Il risultato è stato che nelle settimane successive, la ragazza ha avuto rapporti in camera da letto con almeno sei uomini diversi pur continuando a cercare sesso in pubblico. Solo in una notte, a luglio, è uscita di casa e ha fatto sesso con 3 sconosciuti prima che la polizia la rintracciasse e la riconducesse a casa.

Alla fine, dopo altre peripezie che a questo punto vi risparmiamo, Engage Support ha dichiarato che non permetterà più visite maschili alla ragazza ma nel frattempo la città di Manchester ha praticamente chiuso il contratto con la società rivolgendosi ad altro fornitore di servizi.

E ora si parla di denaro, quello che Engage Support vorrebbe dalla città e quello che Manchester non vuole pagare. Così sono finiti tutti davanti all’Alta Corte ognuno con le proprie ragione, alcune delle quali, davvero discutibili, queste ultime tutte dettate dal politicamente corretto…

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La Redazione de La Voce del Patriota

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