“Con buona pace dei colleghi del Pd, la crisi del settore automotive affonda le proprie radici proprio nella scelta folle di una transizione green mono-tecnologica che ha portato a scelte industriali sbagliate, di cui oggi rischiano di pagare il conto salatissimo decine di migliaia di lavoratori”. Così in una nota il capodelegazione di Fratelli d’Italia – ECR al Parlamento europeo Carlo Fidanza.
“Contestiamo alla radice l’idea tanto cara alla sinistra secondo la quale il costo sociale della transizione elettrica sia soltanto un effetto collaterale, magari spiacevole ma comunque ineluttabile, di fronte al quale l’unica prospettiva sia quella di spendere maggiori risorse pubbliche per pagare cassa integrazione, sussidi di disoccupazione e corsi di formazione agli addetti che verranno espulsi dal ciclo produttivo. La soluzione invece sta nel rilanciare la competitività della nostra industria, – prosegue Fidanza – rivedere target irraggiungibili, rinviare multe che stanno portando alla chiusura anticipata degli stabilimenti, aprire finalmente alla vera neutralità tecnologica e a tutti i carburanti che possono contribuire a diminuire le emissioni inquinanti senza distruggere le filiere industriali collegate al motore endotermico. È questo l’impegno europeo del governo Meloni e di FdI. La sinistra italiana ed europea, che con Timmermans e la sua ideologia anti-industriale ha causato tali danni, abbia almeno il buon gusto di risparmiarci prediche e appelli pelosi”.