Il tema dell’autonomia differenziata è stato al centro del dibattito “Mille campanili, venti Regioni, una Nazione: l’autonomia per uno Stato più vicino ai cittadini” tenutosi ad Atreju che ha visto confrontarsi il Ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli, il sindaco di Roma Gualtieri e vari Presidenti di Regione (il marchigiano Acquaroli, il toscano Giani, l’abruzzese Marsilio, il calabro Occhiuto e il laziale Rocca).
La questione riguarda una parte importante della nostra identità che, nonostante i campanelli d’allarme suonati dagli esponenti di sinistra, in particolare dal toscano Giani, non comporterà rotture dell’Unità nazionale o una spaccatura tra Nord e Sud. Ne è sicuro Roberto Calderoli: la riforma “darà – dice – risposte al Nord e prospettive al Sud per quella crescita che fino ad oggi non ha avuto”. Lo ribadisce anche Marsilio, Presidente della Regione Abruzzo, quando dice che la riforma non recherà nessuna differenza a livello economico per le diverse Regioni, anche per quelle Regioni che chiederanno più investimenti: “L’autonomia di una regione – dichiara – non deve comportare un solo euro in meno alle altre Regioni”. Una risposta importante, questa, alle tante critiche arrivate negli ultimi mesi sul tema, partite dalle opposizioni e soprattutto da tutte quelle Regioni in partenza più svantaggiate per povertà o numero di abitanti. A garanzia di queste, ci saranno i Lep, che garantiranno gli stessi servizi e gli stessi diritti a tutti i cittadini italiani: “Con i Lep – dice Acquaroli – possiamo arrivare a un riequilibrio delle risorse”, in risposta in particolare anche al sindaco Gualtieri, che aveva precedentemente dichiarato che non ci sarebbe i fondi necessari per garantire gli stessi servizi a tutti i cittadini.
Intanto, l’onorevole De Priamo spazza le ombre, paventate dalla sinistra, su una divisione tra Lega e Fratelli d’Italia parlando di “intervento condiviso”. De Priamo va oltre, dichiarando che sul tema c’è stata un’apertura di 360°, con i tanti emendamenti proposti sia da destra che da sinistra per una migliore gestione dei fondi e per possibili interventi del Parlamento e del Presidente del Consiglio.
Risalta infine l’ipocrisia della sinistra, che continua a dirsi contraria all’autonomia ma che, in realtà, propose e approvò illo tempore la riforma, pasticciata e rimasta inapplicata per anni, del Titolo V della Costituzione: si è ricordato, in merito, l’esempio della sinistra spagnola che, pur di ottenere voti in Parlamento, accetta e sostiene l’indipendenza della Catalogna. Da quanto emerso nel dibattito, in Italia il rischio di una divisione non ci sarà, grazie a una riforma che permetterà anche alle Regioni del Sud di godere delle proprie ricchezze.