Baraldini, Cospito e Salis: la doppia morale della sinistra abituata a difendere i cattivi maestri

Nella geniale neolingua che George Orwell coniò per 1984 esiste il termine Bipensiero, ossia il principio in virtù del quale una persona adotta convinzioni opposte a seconda della volontà del Partito, dimenticando all’istante il cambio di opinione e perfino l’atto stesso del dimenticare.

Fuori dal capolavoro dell’autore britannico, ritroviamo il medesimo approccio nella doppia morale della sinistra, che non a caso è diretta discendente del regime sovietico a cui si ispirò Orwell per tracciare i contorni del Grande Fratello.

Così, generazione dopo generazione, la musica è sempre la stessa: “le destre” rappresentano il male assoluto e, in virtù di ciò, è lecito combatterle con qualsiasi mezzo. Ergo, Trump e Berlusconi sono delinquenti e dittatori mentre Lula è un perseguitato, Sergio Ramelli e i ragazzi di destra ammazzati dai comunisti negli anni ’70 non hanno diritto ad avere giustizia mentre Carlo Giuliani è un eroe, devastare la sede della CIGL è un attentato alla democrazia mentre fare lo stesso con la sede di Pro Vita non è nemmeno reato.

Doppiopesismo che rientra nel principio di intersezionalità di cui ho scritto alcune settimane orsono: per dirla con lo scrittore francese Regis Debray, potremmo definire Schlein e compagni “disintellettuali”, ovvero «irresponsabili che impartiscono lezioni al prossimo avendo come metodo di svuotare il mondo della sua complessità per non vederci altro che materia per l’indignazione, lo scandalo e pose vantaggiose».

Siffatta attitudine manipolatoria produce una naturale affezione a personaggi che si sono macchiati di atti di violenza, quando non addirittura terroristici: delinquenti o assassini che, però, essendo di sinistra, davanti a Legge e opinione pubblica hanno diritto a essere «più uguali degli altri».

Ilaria Salis non è che l’ultimo esempio: la levata di scudi per il suo ingresso in tribunale incatenata viene artatamente utilizzata da “democratici” e affini per farne un martire omettendo, però, che l’estremista di sinistra sia detenuta nel carcere di massima sicurezza di Budapest per le accuse di aggressioni e lesioni. Giusto chiedere che alla detenuta sia riservato un trattamento in linea con il diritto internazionale, ci mancherebbe, ma è del tutto sbagliato tentare di giustificarla per i presunti reati a suo carico.

Per rimanere nell’attualità come non citare la delegazione dei parlamentari del Pd che si recarono in carcere a trovare il terrorista anarchico Alfredo Cospito, che a loro dire «rischiava la vita» perché impegnato in uno sciopero della fame per chiedere l’abolizione del 41 bis. Cospito ovviamente non è morto ma semplicemente dimagrito, dimostrazione che il Governo guidato da Giorgia Meloni ha fatto benissimo a non cedere di un millimetro, facendosi scivolare addosso la sguaiata campagna mediatica della sinistra a favore di un provvedimento che avrebbe avvantaggiato terroristi e mafiosi.

Episodi che riportano alla memoria uno degli atti più deprecabili compiuti dalla sinistra al governo, e cioè il baratto della terrorista comunista Silvia Baraldini con il rientro negli USA – con il pretesto dei trattati NATO – dei due aviatori colpevoli della folle manovra che il 3 febbraio del 1998 costò la vita a 20 persone. Una tragedia conosciuta come la Strage del Cermis.

A quel tempo l’inquilino della Casa Bianca era il democratico Bill Clinton, mentre sul fronte italiano l’operazione fu gestita dal primo governo guidato da Romano Prodi e, successivamente, dall’esecutivo di Massimo D’Alema, nel quale l’attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricopriva il ruolo di Vicepresidente del Consiglio e il Ministro della Giustizia era il comunista Oliviero Diliberto, che il 25 agosto del 1999 accolse personalmente in aeroporto la terrorista italiana, a cui nel 2001 vennero concessi gli arresti domiciliari e che, due anni dopo, fu assunta dall’allora sindaco Walter Veltroni al Comune di Roma, per poi essere liberata nel 2006.

Abitudine, quella di difendere i cattivi maestri, che è radicata nella sinistra a tutte le latitudini, basti pensare alla sciagurata dottrina Mitterrand grazie alla quale decine di terroristi – comunisti, ça va sans dire – hanno goduto del diritto d’asilo in Francia.

D’altra parte, la crisi d’identità della sinistra si riassume perfettamente nell’istantanea dei giorni nostri: si mobilitano in difesa dei terroristi e per rivendicare una maggiore presenza in RAI e definiscono con disprezzo “estremisti di destra” gli agricoltori che invadono le piazze di mezza Europa per difendere i loro sacrosanti diritti.

Compagni che, in fondo, confermano di essere tutto e il suo contrario, a seconda della volontà del Partito.

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Alessandro Nardone
Alessandro Nardone
Consulente di marketing digitale, docente alla IATH Academy, è autore di 9 libri. È stato inviato di Vanity Fair alle elezioni USA dopo aver fatto il giro del mondo come Alex Anderson, il candidato fake alle presidenziali americane del 2016.

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