È difficile stabilire quale sia la causa principale del numero, stabile ma ancora troppo elevato, dei femminicidi in Italia. I dati ancora parziali di quest’anno ci dicono che ci sono circa 16 violenze sessuali al giorno, nel 91% dei casi si tratta di donne. Anche in considerazione di un aumento, non secondario, delle denunce. Per quanto riguarda l’età, la maggior parte delle vittime delle violenze sessuali del 2023 sono under 35, gli autori sono per il 36% under 35. Per quanto riguarda le uccisioni, secondo il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, nel 2023 su 282 omicidi, 101 sono le vittime donne, di cui 82 uccise in ambito familiare o affettivo. Spesso è difficile anche classificare il reato nell’ambito della violenza di genere. In ogni caso, il fenomeno persiste tristemente. E chi tenta di risolverlo adducendo tesi anche piuttosto stantie, forse vuole soltanto proporre, anzi imporre, una propria visione ideologica.
Il patriarcato non esiste
Una caterva di critiche da parte del progressismo è stata suscitata dalle parole del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara che, nel videomessaggio per la presentazione della fondazione Giulia Cecchettin alla Camera, ha detto semplicemente quello che ormai è evidente nei fatti: “Se una volta era frutto della concezione proprietaria, oggi sembra più il frutto di una grave immaturità narcisista del maschio, che non sa sopportare i no. La vera battaglia – ha aggiunto – è culturale. Non si può accettare la cultura della violenza. Della violenza verbale, fisica, non si può accettare la cultura dell’insulto, della minaccia, della prepotenza. Della mancanza di rispetto verso ogni persona”. Per risolvere il problema, ci si ritrova di fronte a un bivio: due strade, “una concreta, ispirata ai valori costituzionali, l’altra ideologica, tanto che in genere i percorsi ideologici non mirano mai a risolvere i problemi ma ad affermare una personale visione del mondo”.
Il vero problema dei progressisti è che il ministro non ha menzionato il patriarcato come causa dei femminicidi. Anzi, in realtà l’ha fatto, ricordando però che “è finito con la riforma del diritto di famiglia del 1975, sebbene la visione ideologica sia quella che vorrebbe risolvere la questione femminile lottando contro il patriarcato”. Una tesi sostenuta anche da diversi filosofi, come riportato questa mattina da La Verità: il patriarcato è scomparso da anni. Le parole di Valditara hanno però aperto altri interessanti spunti di riflessione: la battaglia è culturale. C’è, in sostanza, una certa concezione che non sopporta il “no”, figlia probabilmente della pretesa del “tutto e subito” a cui siamo sempre più abituati. A volte parte da ragazzetti considerati, sotto sotto, dei bravi ragazzi, dai quali non ci si sarebbe mai aspettati i crimini che poi hanno commesso in preda alla furia e alla totale perdita del controllo personale.
Bisogna guardare ai veri problemi della società
C’è forse anche un aspetto culturale legato all’immigrazione, che certo per entità non può essere considerato il principale, ma che senza dubbio è preoccupante, specie considerando il suo aumento. Huffington Post, nel tentativo di smontare la tesi di Valditara secondo cui “l’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e devianza, in qualche modo discendenti da immigrazione illegale”, l’ha paradossalmente confermata. Questo perché, quando sostiene che “solo” il 28% dei reati viene commesso da stranieri, non tiene conto però che la popolazione nazionale è formata soltanto per l’8,7% da stranieri. C’è dunque una sproporzione plateale: gli stranieri delinquono di più. Ciò non toglie che le cause della violenza di genere sono tra le più disparate e a tutte va cercato rimedio al più presto: “Le cause di questa violenza sulle donne vanno affrontate tutte quante” ha detto la premier Giorgia Meloni da Rio de Janeiro. Ma, ha aggiunto, “ci sono sicuramente dati che parlano anche di una incidenza significativa dell’immigrazione illegale di massa ed è una delle ragioni per le quali l’Italia lavora per fermare l’immigrazione illegale di massa”. Il punto è che bisogna focalizzarsi sui problemi concreti nella società, e non su quelli presunti e inventati da chi propone visioni ideologiche. Basta con l’ideologia: serve pragmatismo, altrimenti il problema non sarà mai risolto.