I russi, si sa, sono maestri di scacchi. Ma gli ucraini, si sa, sono loro parenti. E nella sanguinosa “apertura” militare dell’avversario hanno risposto con una “mossa” che Putin e il suo esercito non si aspettavano. La pedina si chiama “Bayraktar TB2” o semplicemente “Bayraktar”, il drone bombardiere che sta complicando i piani del Cremlino e dando vigore all’eroica resistenza ucraina.
È già virale sul web il “Bayraktar Song”, il video sottotitolato dalla canzone di guerra intonata da militari e civili ucraini al fronte: “Gli invasori russi sono venuti da noi in Ucraina/ Hanno una nuova divisa, nuove auto blindate/ Ma all’improvviso si sciolgono/ a causa del Bayraktar/ a causa del Bayraktar/ I carri armati russi/ nascosti tra i cespugli/ per mangiare quel fottuto shchi con gli stivali/ ma sono tra cespugli infuocati/ a causa del Bayraktar/ a causa del Bayraktar/ Quella pecora è venuta da noi dall’Oriente/ “Per il recupero del grande paese”/ Ma il miglior Shepard per loro/ è il Bayraktar/ è il Bayraktar/ Varie armi sono il loro argomento/ potenti razzi e veicoli d’acciaio/ Ma abbiamo una risposta a tutto ciò che hanno/ È il Bayraktar/ È il Bayraktar.” (Questo è il link: https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=CXVu_DeB4wo)
Non proprio “La guerra di Piero”. Immagini e testo sono figli del momento, figli delle cronache drammatiche che vedono bambini e madri uccisi, aggrediti, minacciati e nella migliore ipotesi costretti alla fuga. La canzone è stata intonata anche ieri mattina in Turchia, ad Antalya, dai manifestanti riuniti in piazza, a pochi passi dal vertice russo-ucraino conclusosi con l’ennesimo fallimento.
E sempre in Turchia è nato, Bayraktar, lui, l’arma che sta frenando l’avanzata russa in Ucraina, il piccolo velivolo da combattimento gestito da remoto, agile, economico, letale. Da giorni sul web si trovano i video postati e condivisi dai cittadini ucraini che ne testimoniano l’efficacia.
Lungo 6 metri e mezzo, con un’apertura alare del doppio, il TB2 può raggiungere i 220 km orari e una quota operativa di 5.500 metri; l’autonomia è di circa 30 ore e il “range di utilizzo” si aggira intorno ai 130 km. Trattandosi di un UCAV (“unnamed combat aerial veichle”), vale a dire un veicolo senza pilota, viene controllato a distanza da un centro di comando, attraverso joystick e monitor gestiti da operatori addestrati.
Fiore all’occhiello della “Baykar Technology”, industria bellica di Ankara attiva dal 1986, il TB2 deve il suo nome all’ingegnere che lo ha progettato, Selçuk Bayraktar, laureatosi al Massachusetts Institute of Technology e, soprattutto, genero del presidente Recep Tayyp Erdoğan.
Utilizzato dalle forze militari turche nella infinita repressione dei curdi, il TB2 ha una storia bellica notevole: dal debutto internazionale contro l’Isis in Siria all’impiego contro le forze di Assad; nel 2019 è stato usato in Libia contro il generale Haftar e nel 2020, in Nagorno-Karabakh, è stato determinante per la vittoria dell’Azerbaijan contro l’Armenia; e ancora in Etiopia, qualche mese fa, ha messo a tacere i ribelli.
Il Bayraktar non è certo un prodotto high tech, ma ha un costo molto basso che supera la concorrenza dei droni statunitensi, cinesi e israeliani. Pesa circa 600 kg, armamentario escluso, e costa 10 milioni di dollari. Insomma, è un vero e proprio bombardiere “tascabile” che può essere trasportato su un furgone e nascosto in una cantina. E fa il lavoro di un cacciabombardiere da 200 milioni.
Capace di scavalcare le linee e colpire le parti meno protette del nemico, i camion della logistica, le cisterne di carburante e le comunicazioni, il drone turco è la vera star delle “guerre low cost” e a basso contenuto tecnologico. E non a caso i bollettini militari di Mosca registrano ogni giorno perdite importanti.
Fin qui, oltre 80 stazioni radar, quasi 900 tra carri armati e blindati, 95 lanciamissili e diverse centinaia di cannoni, jeep e mezzi di trasporto.
Non sappiamo se sul campo di battaglia il Davide ucraino riuscirà a sconfiggere il Golia russo. Il divario tecnologico tra le due forze militari rimane spropositato. Ma in attesa che le armi tacciano e il tavolo delle trattative dica qualcosa di buono, il popolo ucraino non si risparmia e si difende come può. Se gli invasori russi continueranno a colpire ospedali, case e convogli umanitari dovranno fare i conti anche con Bayraktar.