“Il 25 marzo 1918 la Repubblica Popolare Bielorussa proclamava la sua indipendenza dalla Russia, marcando la volontà di intraprendere un cammino separato da quello della Russia. Oggi, alla luce della repressione e della sottomissione strutturale di Minsk a Mosca, esprimiamo sostegno e solidarietà a tutti i cittadini bielorussi democratici che celebrano una data divenuta un simbolo di libertà e democrazia contro l’oppressione e la tirannia sovietica a cui è seguita quella del dittatore Alexander Lukashenko che dal 1994. Come affermato da Sviatlana Tsikhanouskaya, presidente del Gabinetto di Transizione Bielorusso in esilio, la Bielorussia è vittima dell’occupazione strisciante della Russia ed è stata trascinata nella guerra criminale di Putin contro l’Ucraina. Ma la Bielorussia non è la Russia: la Bielorussia è l’Europa. E i bielorussi anelano alla libertà. Di recente, la presidente Tsikhanouskaya è stata protagonista di una conferenza internazionale, organizzata a Roma con il sostegno dell’Intergruppo parlamentare di amicizia del popolo bielorusso, al termine della quale è stata lanciata la Dichiarazione di Roma. Sottoscritta da parlamentari e personalità provenienti da tutta Europa, la dichiarazione condanna la repressione di Lukashenko, le elezioni dello scorso gennaio caratterizzate da massicci brogli come l’esclusione dei candidati dell’opposizione, gli arresti arbitrari e l’incarcerazione di oltre 1200 prigionieri politici, la russificazione della Bielorussia. La Dichiarazione sostiene altresì la volontà di intraprendere al più presto il cammino verso la libertà e il diritto del popolo bielorusso a scegliere democraticamente i propri rappresentanti. L’importanza della scelta di campo europea del governo bielorusso in esilio è emersa chiaramente anche nei dibattiti in quasi tutti i quindici Paesi europei che per decenni hanno subito l’occupazione sovietica e che, a seguito del crollo dell’URSS, hanno raggiunto la libertà e democrazia. L’UE e gli Stati membri hanno deciso e annunciato, in sede di Consiglio europeo, l’avvio di indagini approfondite sulle gravi violazioni dei diritti umani commessi in Ucraina dall’esercito russo con la diretta assistenza e la piena complicità delle autorità bielorusse. Non soltanto collaborazione militare nell’invasione dell’Ucraina: Lukashenko ha contribuito alla deportazione di migliaia di bambini e minori ucraini in Bielorussia e Russia. Su questo ed altri crimini contro l’umanità, lo scorso Consiglio europeo ha ribadito il forte impegno dell’UE a fare luce sulle responsabilità per i crimini di guerra e gli altri crimini più gravi commessi in relazione alla guerra di aggressione della Russia. In questo contesto, i progressi compiuti verso l’istituzione di un Tribunale speciale per il crimine di aggressione contro l’Ucraina, nel quadro del Consiglio d’Europa, rappresentano un passo importante. I meccanismi di giustizia internazionale sono stati attivati a seguito dei massacri delle forze di occupazione russe a Bucha nell’aprile 2022 quando l’allora Alto Rappresentante e Vice-Presidente della Commissione europea Josep Borrel, dichiarò che ‘non può esserci impunità per i crimini di guerra’. Sostenere una Bielorussia libera e democratica non è carità, è un investimento nella pace e nella sicurezza per l’Europa intera. È la migliore garanzia di sicurezza per l’Ucraina e l’Europa. Buon 25 marzo al popolo bielorusso!”.
Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Giulio Terzi, presidente della commissione Politiche Ue di Palazzo Madama.