Caivano, la strategia per il 2025 tra cultura, sicurezza e sociale

Se da un lato il Governo Meloni ha inteso allargare la sfida al degrado e alla criminalità anche alle periferie delle grandi città e ad altri quartieri difficili e spesso dimenticati dallo Stato, dall’altro è intenzionato a continuare con costanza e con impegno il lavoro su Caivano. Da quando a Palazzo Chigi è arrivata la lettera di don Maurizio Patriciello che denunciava lo stato di abbandono della cittadina in provincia di Napoli e del suo quartiere più malfamato, il Parco Verde, specie dopo il brutale episodio di stupro di gruppo ai danni di due cuginette di 10 anni all’interno dell’ex piscina Dolphinia, il lavoro dell’esecutivo non si è mai bloccato e, anzi, ha dato risultati insperati, come la riqualificazione della suddetta piscina, trasformata in una polo polisportivo pronto a sfruttare a pieno la potenza dello sport nel formare, soprattutto nei più giovani, un nuovo senso di legalità e di rispetto per lo Stato. Tutti risultati che hanno portato lo stesso Patriciello a pronunciare una frase ormai celebre: “Io lo vedo e non lo credo”. Un impegno che si è allargato poi in tutti gli ambiti in cui la criminalità organizzata a Caivano era coinvolta: dal commissariamento del Comune per infiltrazioni fino all’espulsione dei camorristi dagli immobili occupati.

Estirpare il male mafioso

Un lavoro che non si fermerà neppure nel 2025, che di fatto potrebbe essere l’anno in cui il risanamento diverrà, per così dire, “strutturale”. I dati dicono che i crimini a Caivano sono diminuiti, specialmente quelli legati allo spaccio e al traffico di droga. Al Mattino, il commissario straordinario per la riqualificazione di Caivano, Fabio Ciciliano, ha tracciato la rotta e gli obiettivi per il prossimo anno: “La realizzazione del nuovo polo culturale con la restituzione alla fruizione pubblica del teatro. Si tratta di una struttura realizzata a cavallo degli anni ‘80 e ’90 su cui sta svolgendo un importante lavoro il Genio militare: interventi sulle fondamenta, adeguamento anti-sismico e messa in sicurezza con tecniche di esecuzione che consentiranno anche di realizzare importanti economie sotto l’aspetto finanziario senza intaccare la qualità del risultato. L’importo complessivo è di 13,1 milioni di euro, di cui 12 milioni grazie a fondi del ministero della Cultura, le altre somme sono disponibili da residui di fondi Fsc 2014-2020 e da risorse assegnate alla struttura commissariale. Entro l’anno la struttura sarà consegnata ma l’obiettivo è quello di avere a disposizione già in primavera la cavea esterna per poter organizzare spettacoli all’aperto e offrire un servizio in più ai residenti”. Dunque, anche la cultura come metodo per estirpare il male criminale dalla città e togliere i giovani dal giogo camorristico. “Sul fronte della sicurezza – ha proseguito Ciciliano –, abbiamo investito un milione di euro per la videosorveglianza con gli impianti inaugurati lo scorso 19 dicembre dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Questo oltre ai 6 milioni del ministero dell’Università e ricerca per il polo universitario e ai tre milioni di budget iniziale per riqualificare gli edifici del Parco Verde secondo l’accordo-quadro siglato lo scorso marzo. Ma è chiaro che se non si inverte la rotta sotto il profilo del recupero sociale tutti questi sforzi non produrranno i risultati attesi”. Tanti progetti, dunque, che andranno a legarsi proprio con il mondo del sociale e del terzo settore, secondo un piano di iniziative che porti dei risultati durevoli per l’intera comunità.

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