Campania, l’ultima mandrakata di De Luca: 250 mancette di Natale per 1,2 mln di euro per i “clientes” del governatore  rosso

In Campania, tanti pensionati, tanti cittadini non possono neppure sottoporsi agli esami clinici per colpa del governatore rosso Vincenzo De Luca che ha imposto i tetti di spesa mensili con la scusa di avere pochi soldi, però lo stesso sceriffo di Salerno trova milioni di euro per far fare campagna elettorale ai suoi Consiglieri Regionali in vista del prossimo appuntamento elettorale.

E così De Luce diventa una sorta di Mandrake e quasi d’incanto decine e decine di chiese che si trasformano in comitati elettorali, soldi per associazioni improbabili, eventi inutili e senza senso. Insomma gli attuali Consiglieri Regionali della Campania se ne fregano dei cittadini e pensano solo alla loro rielezione.
Ma andiamo con ordine nel ricostruire l’ultima mandrakata del governatore rosso della Campania. Nello specifico, si tratta di ben duecentocinquanta mancette di Natale, elargite a destra e a manca, per oltre 12 milioni di euro. E’ quanto emerge dalle 35 pagine del verbale della Commissione Bilancio del Consiglio regionale della Campania presieduta dal deluchiano Francesco Picarone, che ha approvato una legge di Stabilità infarcita di prebende come mai si era visto prima. Basti pensare che appena un anno fa le “regalie” elargite da De Luca e company arrivavano ad “appena” sei milioni. 

Quest’anno, invece, gli uomini di De Luca hanno puntato direttamente al raddoppio. Zeppa di finanziamenti a pioggia tra Comuni, sagre della castagna, della pizza, dei panzarotti e della zeppola, feste patronali e del tartufo, rassegne musicali, presepi viventi, manti stradali e la sacrosanta tutela delle tartarughe marine dell’area protetta di Punta Campanella a Massa Lubrense.
In tutto, come dicevamo, sono circa 250 le mancette – per un totale di circa 12 milioni di euro – approvate a maggioranza, con il voto contrario delle opposizioni dei gruppi del centrodestra, del Movimento 5 Stelle, della consigliera Maria Muscarà (gruppo misto), e l’astensione della consigliera del gruppo misto Valeria Ciarambino, nel 2020 candidata alla presidenza per il M5S. Su alcuni dei singoli finanziamenti però si sono registrate maggioranze bipartisan. Anche l’opposizione infatti sente odore di elezioni anticipate, e vanno accontentati tutti i serbatoi di preferenze.
Di queste mancette, circa 90 riguardano finanziamenti a parrocchie e basiliche: da ristrutturare in genere, da rifornire di strumenti musicali (Pomigliano d’Arco), da impreziosire con un campetto di calcio (Nola), col teatrino da rimettere a posto (San Giuseppe) o con gli impianti elettrici da risistemare (Somma Vesuviana e Santa Maria la Fossa), o per le loro banche alimentari con le quali sostenere i poveri e le attività pastorali (Sala Consilina), o per allestire stanze dove accogliere gli anziani (Casalnuovo).
Il sultano De Luca ormai capeggia un Consiglio regionale di amici dei preti, e questo senza sminuire il loro prezioso lavoro sui territori.
In ogni caso, quella licenziata in Commissione Bilancio appare a tutti gli effetti come una finanziaria con la quale accontentare il maggior numero di bacini elettorali possibili, per poi passare immediatamente all’incasso del consenso. E paradossalmente arriva poche settimane dopo una indiscrezione pubblicata a metà novembre su Il Mattino sull’ipotesi di dimissioni anticipate di De Luca, un anno prima della scadenza naturale. Il presidente, ormai deciso anche a intraprendere una eventuale corsa in solitaria, così prenderebbe in contropiede centro-destra e centrosinistra, che non hanno finora un candidato unitario e si troverebbero con pochissimo tempo a disposizione per individuarlo, tra litigi e veti incrociati. Ad ogni buon fine salvo improbabili colpi di scena, la finanziaria fortemente voluta da De Luca andrà in aula venerdì per l’ok definitivo. Intanto, alcune stranezze, peraltro, emergono sin da subito dalla lettura del testo. Un esempio per tutti: solo 16.000 euro per il centro storico di Napoli, patrimonio dell’Unesco, la stessa cifra destinata al singolo monumento di Santa Sofia a Benevento

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Giovanni Curzio
Giovanni Curzio
Giovanni Curzio, 21 anni, napoletano, studente alla facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Da sempre è appassionato di giornalismo sia di cronaca che sportivo. Collabora anche con agenzie di stampa ed emittenti radiofoniche e televisive della Campania.

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