Claudia Fusani. Giornalista per la testata de “Il Riformista”, ha creato scalpore all’interno degli studi di LA7 durante la trasmissione di “Omnibus”, alcuni giorni fa, con delle frasi piuttosto fattuali e che hanno creato un po’ di scompiglio nello studio.
L’editorialista ha esordito affermando che, secondo lei, c’è chi ha diritto di stare in Italia e chi no: secondo Fusani chi viene dal Nord Africa non ha prerogativa di restare qui in Italia, mentre chi viene dal Centro-Africa ed è perseguitato da guerre, carestie ed effetti climatici ha facoltà di migrare.
La frase che ha fatto impallidire lo studio è quella in cui Claudia Fusani, finalmente, ammette che i Marocchini ed i Tunisini che decidono di spostarsi verso l’Italia abbiano come unico obiettivo quello di spacciare.
Coraggiosamente la giornalista ha esposto con evidenza quello che la maggioranza degli Italiani sostiene, ossia che le migrazioni irregolari ed il globalmente noto “Welcome refugees” sia un motto ormai futile, anche considerando il mancato controllo, che negli anni precedenti ha permesso a chiunque di entrare sul suolo italiano senza averne bisogno e /o diritto.
Nella trasmissione televisiva si discuteva sulle nuove regole dell’UE imposte sulle migrazioni, su cui i partiti italiani si troverebbero ora divisi: la realtà è che le migrazioni irregolari e fuori portata, hanno contribuito ad introdurre sulla superficie della nostra penisola, delinquenza di ogni genere come organizzazioni mafiose e piccole gang di quartiere ormai mediaticamente note con l’appellativo di “Maranza”.
La Giornalista Fusani, durante il suo discorso ha inoltre sollevato una questione molto importante, inerente il mondo del lavoro: costei ha infatti dichiarato che l’unico modo per includere una persona proveniente da un contesto differente da quello italiano, sia inserirla nel mondo del lavoro. Sebbene la manodopera sia ovviamente una soluzione per conferire dignità sociale, bisogna fare i conti con le risorse di cui uno stato dispone e in questo momento l’Italia si trova in una fase di ricostruzione, in cui le priorità sono molteplici e di sicuro non possono proiettarsi a lungo raggio din quando non saranno risolti i problemi interni.
Gli ospiti in studio, dopo la fine del discorso – verrebbe da dire anche piuttosto lineare -, non hanno perso tempo ad attaccare l’editorialista sulle sue posizioni sovrapponendosi l’uno sull’altro: piuttosto logico che un assunto di questo genere portasse lo studio nello scompiglio e nel disappunto, dal momento in cui le logiche progressiste ormai sconfitte dalla politica reale, tentano ogni tipo di approccio per salire nuovamente in superficie, peraltro con scarsissimi risultati.
Stavolta, nonostante le differenze ideali che sicuramente dividono il nostro giornale da quello per cui lavora Claudia Fusani, siamo ben lieti di appoggiare in parte le sue deduzioni sul caso migratorio. Nell’epoca in cui si fa un gran parlare di “Censura” ed “Autoritarismo”, d’altronde anche insensatamente, sarà che il pensiero unico si ritrovi proprio in una certa sinistra, che vedendo il campo largo dell’opinione distendersi verso posizioni del tutto differenti dalle proprie, non perde tempo a definire “illogici”, tutti quei ragionamenti che si separano dal pensiero socialdemocratico.
Il tema della pluralità risulta più importante che mai proprio in un periodo storico come questo, per consentire a chiunque di collaborare per costruire un dibattito sano, senza avvelenare la dialettica: nulla è più importante delle idee, soprattutto se trasversali, poiché nel doppio abbinamento sta la ricerca della politica sana. Nulla fa più danni del dogmatismo e di una visione ideologica a senso unico, che non ha nulla a che vedere con il significato reale della parola democrazia e tanto meno con il concetto che i popoli sovrani hanno deciso di chiamare libertà.