Click day e altri guai per il Pd in Campania: silenzi e ipocrisie di un sistema alla frutta

La questione del click day è solo l’ultimo scandalo da affrontare per il Pd: Elly Schlein si rintana nel silenzio, in Campania De Luca è sempre più in difficoltà

“Dall’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, riguardo la presenza di un’organizzazione criminale in Campania che attraverso il decreto Flussi sfruttava gli immigrati irregolari, emerge la notizia dell’arresto del tesoriere del Pd in Campania. Sarebbe interessante ascoltare cosa ne pensa il Pd, quello stesso partito che aveva ridicolizzato la denuncia di Meloni all’Antimafia e che non perde occasione per mostrarsi più dalla parte dei trafficanti che da quella dei migranti”. Raffaele Speranzon, vicecapogruppo vicario di Fratelli d’Italia al Senato, e il resto del partito di Giorgia Meloni chiedono al Pd dei chiarimenti. Ma interrogato il morto non rispose. Dal Nazareno tacciono, nei guai fino al collo in quella Campania che sembrava essere un bottino sicuro per i dem, e lo è stato per dieci lunghi anni, sotto l’egida di Vincenzo De Luca. Le cose però stanno cambiando e i nodi vengono al pettine. Prima di tutto, sulla questione migranti: il Pd è da sempre il partito dell’accoglienza indiscriminata e giustamente un suo membro era così solidale che faceva letteralmente carte false per far entrare nuovi clandestini. Così solidale che è entrato a far parte di un racket per l’accoglienza che prelevava da ogni singolo migrante circa 8mila euro, soldi che i vari membri dell’organizzazione si spartivano, probabilmente come risarcimento della loro eccessiva bontà. Quella cattivona di Giorgia Meloni, che ha lo stranissimo puntiglio di far rispettare le leggi e i confini anche e soprattutto per una questione di sicurezza nazionale, era stata accusata di fare propaganda quando si presentò dal Procuratore nazionale Antimafia, Giovanni Melillo. A distanza di mesi si scopre che aveva ragione a dubitare sugli strani numeri degli ingressi in Campania: solo il 3% di chi accedeva tramite il click day veniva assunto con un contratto di lavoro regolare. E quella rumorosa opposizione ora si è rintanata in un silenzio che vale molto più di mille parole.

Gli altri casi del Pd in Campania

Nicola Salvati, il tesoriere del Pd incriminato, è stato subito deposto. Al suo posto Elly Schlein ha inviato il tesoriere nazionale Michele Fina, che ora dovrà controllare se alla larga il partito campano sia ulteriormente coinvolto. Ma non è l’unico grattacapo che bisognerà risolvere perché, oltre alla questione del terzo mandato che continua ad essere la grande incognita di questi mesi, con De Luca che continua a minacciare il Nazareno che, a sua volta, oltre le dichiarazioni di facciata, non vorrebbe perdere i voti che porta dietro di sé il sistema deluchiano, ci sono altri casi, scoppiati e mal gestiti dal Pd. C’è il caso, ad esempio, di Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum e presidente della provincia di Salerno, accusato di corruzione, tangenti, appalti truccati ma che ha scelto comunque di non dimettersi. Ieri si è avuta la prima udienza in tribunale, andata avanti per circa un’ora e mezza. C’è poi la questione dell’ex sindaco di Giugliano in Campania, Antonio Poziello, oggi consigliere comunale, a cui vengono contestati alcuni episodi corruttivi e di aver avuto contatti con alcuni clan di camorristi locali. Un sistema che riguarderebbe lo scambio di tangenti e di favori elettorali. Un classico.

Anche De Luca è in difficoltà

Al Nazareno dunque c’è un imbarazzo diffuso e le parole mancano. Ovviamente, non è soltanto la fazione di Elly Schlein a risentire il colpo, ma anche quello di De Luca. Sono stati colpiti i suoi fedelissimi, su tutti (anche elettoralmente) Alfieri. Crolla il sistema. Anche perché, tornando sulla questione click day, tra i fiumi di critiche mosse contro l’esposto di Meloni al procuratore Melillo, c’erano anche quelle dello stesso De Luca: “La competenza è totalmente del governo e del ministero dell’Interno” disse criticando l’iniziativa della premier, aggiungendo che la Regione ha compiti diversi: “La solidarietà, il controllo sanitario e l’accoglienza”. Ci viene da dire, allora, che il governatore della Campania doveva stare più attento: nel suo stesso partito c’era chi, in cambio di soldi, scavalcava sia le competenze regionali che quelle statali.

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