La parola di Dio istiga all’odio? A chiederselo con un certo grado di preoccupazione sono i vescovi scozzesi alle prese con il disegno di legge che criminalizzerebbe la comunicazione di materiale che “rischia” di suscitare l’odio contro un gruppo protetto. I cristiani, infatti, temono che questa norma potrebbe facilmente includere l’insegnamento tradizionale cristiano sulla moralità sessuale, il matrimonio e la natura umana.
Il direttore dell’Ufficio parlamentare cattolico, Anthony Horan, ha avvertito che la nuova normativa potrebbe sancire per legge la “cancel culture” che tende a eliminare dal discorso pubblico idee e pensieri che non sono in linea con l’ideologia buonista dominante. Questo, mentre il disegno di legge scozzese, cancellerebbe al contempo il reato di blasfemia.
Da questa legge potrebbe nascere un’offensiva contro il “materiale istigatorio” che potrebbe persino considerare istigatori testi come la Bibbia e il Catechismo della Chiesa cattolica, ha spiegato Horan.
“La visione della persona umana – ha aggiunto – da parte della Chiesa cattolica, inclusa la convinzione che il sesso e il genere non siano fluidi e mutevoli, potrebbe potenzialmente cadere in fallo sulla nuova legge”.
Stessa storia in Italia, dove con il DDL Zan-Scalfarotto contro omofobia e transfobia, il rischio che idee non allineate con l’ideologia gender possano diventare causa di persecuzione è la maggiore critica politica che arriva al testo proposto, nonchè la più grande causa di preoccupazione anche per quel mondo cattolico sensibile alla deriva liberticida che stiamo vivendo.
Non è un caso se la Commissione Affari Costituzionali della Camera, pur dando il via libera, abbia posto alcune condizioni, come quella di «chiarire più puntualmente che non costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera espressione e la manifestazione di convincimenti o di opinioni riconducibili al pluralismo delle idee».
Ma non sono solo idee e principi cristiani ad essere in pericolo. Il rischio maggiore è per la libertà di tutti, perchè quando si legifera su categorie astratte come “odio” o “amore” si intraprende una strada molto pericolosa che porta dritta verso il “reato di opinione”.
Libertà fondamentali, come il diritto alla libertà di parola, la libertà di espressione e la libertà di pensiero, di coscienza e di religione non possono essere sacrificate per un capriccio politico o peggio la volontà dittatoriale di una minoranza.