“Servirà un Papa buono, profondamente credente, dotato di attitudine nelle questioni di governo, capace di affrontare una fase internazionale delicatissima e molto pericolosa. E servirà un Papa caritatevole. Caritatevole anche nella gestione della Chiesa”. Camiillo Ruini, intervistato da Francesco Verderami sul Corriere della Seranon nasconde le difficoltà che attendono il futuro pontefice, che uscirà dal Conclave, al via il prossimo 7 maggio nella Cappella Sistina.
Ha detto bene Ruini: i cardinali eleggeranno il successore di Pietro non quello di Francesco! La precisazione interviene giustamente per eliminare un pericoloso segno che caratterizza il new deal della Chiesa, vittima anch’essa del segno dei tempi connotati dalla cultura dell’immagine.
Il Pontefice è diventato un immagine che viene gestita dalla politica, naturalmente senza alcuna collaborazione consapevole del Vaticano e dello stesso Papa.
La Politica attribuisce al Papa quello che a lei fa comodo sfruttando i discorsi e le azioni del Papa che si rivolge a categorie della Società che la Politica stessa dimentica dimenandosi in una lotta tra personaggi che combattono per emergere personalmente. Ed allora se il Papa si rivolge ai giovani e fa discorsi da Papa, magari ecumenici e progressisti, cosicché viene adoperato dalla Politica in senso ecumenico e globalista. Avviene, naturalmente , anche il contrario e in entrambi casi il centro dell’ attenzione non diventa il discorso del Papa, bensì la figura carismatica del Papa stesso ed è così che si crea l’ immagine dell’Ipse dixit sminuendo i concetti espressi nei discorsi del Pontefice che vanno interpretati come concetti appartenenti alla Dottrina della Chiesa. La conseguenza è che la maggiore visibilità appartienece viene attribuita alla persona del Papa, divenuta immagine e non alla Dottrina della Chiesa che costituisce il cemento che da 21 secoli tiene in piedi la Fede e la Chiesa Cattolica.
La conseguenza di tutto ciò produce, alla morte di ogni Papa, quasi una ideolatria per la figura del Pontefice scomparso, che continua ad essere utilizzato politicamente , mentre la Dottrina della Chiesa perseguita dal Padre che già prima era evanescente rispetto alla concretezza mediatica della figura papale, viene dimenticata, se pure sia stata oggetto d’attenzione, è messa da parte. Giusta quindi la dichiarazione del Cardinale a proposito del successore di Pietro, perché se non fosse così, si creerebbero scontri per creare un’immagine da imporre a Piazza San Pietro con gravissimo danno alla Fede Cattolica e con gravissimo ed attuale pericolo di scisma. Il Papa deve essere autorevole di per sé e non per l’immagine che mediaticamente gli si attribuisce. Ne va della fine della Fede e della morte della Chiesa.