Confederazione delle Nazioni europee: l’unica via percorribile

La premier Giorgia Meloni ha inviato un messaggio al Prof. Mauro Ronco, presidente del Centro studi “Rosario Livatino”, in occasione dell’incontro “Ripartire dall’Europa, ripensare l’Unione” tenutosi presso la Sala capitolare di Santa Maria sopra Minerva al Senato. Il Presidente del Consiglio ha citato l’approssimarsi delle elezioni europee, che sanciranno la scelta fra due modelli di Europa. Lo scontro politico ed elettorale si svolgerà essenzialmente tra la tentazione verso un super-Stato europeo burocratico, iper-centralista e nemico delle specificità nazionali, costruito sul trasferimento di nuove competenze e quote sempre maggiori di sovranità dai governi e dai parlamenti legittimati dai popoli alla Commissione europea. E l’idea invece, di una confederazione di Nazioni sovrane, unite sui grandi temi, ma libere di affrontare questioni di stretta rilevanza nazionale, garantendo quel principio di sussidiarietà sancito dai Trattati della Unione Europea.

Giorgia Meloni non nasconde di preferire il secondo modello e di lottare per la sua affermazione perché non rappresenta un buon traguardo per i popoli del continente una Unione che pretende di imporre ai suoi cittadini cosa mangiare, quale auto guidare, il tipo di ristrutturazione da fare nelle loro case, quali abiti indossare e magari anche come scrivere e pensare. Una Europa così è soltanto un’inutile gabbia di arroganza, contraria alla libertà del cittadino. Il Vecchio Continente, ha esortato la premier Meloni, deve risvegliarsi dal sonno in cui è piombato e riscoprire le proprie radici, delle quali deve andare fiero. L’Europa è la terra dove fede, ragione e umanesimo hanno trovato una sintesi straordinaria dalla quale sono sorte le grandi cattedrali, è nato lo Stato sociale, è cresciuta la separazione tra Stato e Chiesa, si è sviluppata una società che mette al centro la persona. Considerate tutte le evoluzioni e involuzioni che hanno contraddistinto fin qui la non sempre facile esistenza della Unione Europea, la via della confederazione delle Nazioni UE, indicata da Giorgia Meloni, pare la soluzione migliore per il tempo in cui viviamo.

Andare troppo indietro con la Storia non si può più oramai, tuttavia, sarebbe altresì dannoso rimanere impelagati nello status quo, criticato da tutti, anche da ferventi europeisti dichiarati, e oggetto di malcontento popolare. Allo stesso tempo, continua ad essere impraticabile la fuga in avanti degli Stati Uniti d’Europa, non realmente voluti né da molte classi dirigenti continentali, anche francesi e tedesche, e né tantomeno dai cittadini. Il buonsenso impone quindi la rinascita europea attraverso una confederazione nella quale le Nazioni UE parlino con una voce sola per quanto riguarda la politica estera, la difesa militare, la partecipazione alla NATO, la sicurezza anche industriale e commerciale, per tenere testa ai giganti extraeuropei, e non ci sia più l’asfissiante ipoteca di un leviatano burocratico che si rivela fragile dinanzi a gravi emergenze mondiali, ma duro nella imposizione interna di vincoli illiberali, peraltro scaturiti spesso da divisive pseudo-ideologie come le modaiole teorie woke, gender e green. I Paesi europei, come ha ricordato la premier Meloni, hanno tanti interessi in comune, determinati dalla Storia e dalla geografia, ma non si può pretendere una omologazione a suon di direttive UE delle varie identità nazionali. Le Nazioni scandinave sono diverse da quelle mediterranee e l’Est europeo è ancora un’altra storia.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.
Roberto Penna
Roberto Penna
Roberto Penna nasce a Bra, Cn, il 13 gennaio 1975. Vive e lavora tuttora in Piemonte. Per passione ama analizzare i fatti di politica nazionale e internazionale da un punto di vista conservatore.

1 commento

  1. Credo che l’appartenenza europea, nel superamento degli antagonismi tra Stati proprio della storia moderna europea, dal crollo del Sacro Romano Impero fino alla tragedia della seconda guerra mondiale, sia un sentimento proprio della grandissima parte degli italiani, anche di quei personaggi stravagenti che cercano di crearsi un angolo di notorietà ed un orticello politico parlando in difesa della Lira contro l’Euro, se non anche dei Borboni contro il Risorgimento.
    Tanta gente ha la memoria corta, si dovrebbe ripensare di più cosa era l’Italia e cosa era l’Europa prima della CEE, dell’UE e dell’Euro.

    Ma il problema reale è cosa deve essere l’UE.

    E qui le diverse visioni sono spesso “fumose”.

    Mi sembra che si mescolino due aspetti entrambi molto importanti:

    1. L’aspetto istituzionale. Che rapporto ci deve essere tra Istituzioni europee e istituzioni nazionali? In quali campi le istituzioni – e le leggi – europee devono prevalere su quelle nazionali e in quali no? Mi sembra che risposte semplicistiche, del tipo “in tutti i campi” o “in nessuno” non siano sensate. In questo momento appare importante la difesa europea, ma anche il commercio estero sembra importante. E la finanza? E il sistema fiscale? Ci vuole sicuramente una riflessione profonda, non si può procedere per slogan.
    2. L’aspetto politico. Quali valori propugna l’UE? Lo sviluppo economico, il benessere dei cittadini, la sicurezza sociale, che altro? L’attuale UE, attualmente guidata da una leadership fortemente ideologizzata retta da partiti dogmatici sedicenti ecologisti, filo “woke” e dirigisti, con una guida politica diversa, di destra o centro destra, ispirata da valori differenti, potrebbe già solo per questo cambiare faccia e farsi interprete di migliori valori? O diventerebbe semplicemente “dirigista in una direzione differente”?

    Nella mia ignoranza penso sia necessario lavorare su entrambi gli aspetti.
    Da liberale (o libertario, come dicono i seguaci di Milei) sono istintivamente contrario ad ogni dirigismo eccessivo. Va bene la difesa comune, ma perchè vietare i forni a legna?
    Mi sembra che l’orientamento del Governo Italiano vada in questa direzione, Dio lo benedica!
    E da uomo di destra guardo con enorme diffidenza il polverone ecologista che porta solo a danneggiare l’economia ed il benessere a favore da una parte di lobby straniere e dall’altra dell’enorme ingerenza dello Stato, sia nazionale che Europeo, nella società civile.
    E anche in questo, che Dio ancora lo benedica, mi sembra che il Governo Italiano intenda muoversi con tali orientamenti.

    Con affetto

    Alessandro

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.