A questo punto appare evidente che la posizione più giusta e intelligente rispetto al problema delle morti dei migranti in Mediterraneo, è quella sostenuta da Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d’Italia: blocco navale. Non sarebbe niente di eccezionale da realizzare su rotte conclamate in un mare chiuso e di facile controllo con i mezzi moderni. L’unica cosa che manca, è la volontà. Soprattutto quella della UE di sedersi al tavolo con i vari governanti di quei paesi del nord dell’Africa che si affacciano al mare, e stabilire con loro quello che in realtà già si è in parte fatto con i turchi, pagando, certo, ma ottenendo così un controllo capace di bloccare e governare l’invasione e, soprattutto, di evitare le centinai di morti che sono inevitabili nella situazione attuale.
E infatti, come tutti gli anni, soprattutto poi se c’è un irrigidimento da parte dei paesi europei a ricevere e accettare chiunque decida di venire, ecco arrivare puntuali al posto dei migranti le stragi in Mediterraneo, che detto così potrebbe sembrare cinico, ma che invece è solo la presa di coscienza della realtà. Due tragedie in meno di una settimana. La prima, pare, con 53 vittime nella zona tra Marocco e Spagna detta Mare di Alborán, nel Mediterraneo occidentale. Secondo l’UNHCR – Agenzia ONU per i Rifugiati, a riferirlo è stato un sopravvissuto, che dopo essere rimasto in balia delle onde per oltre 24 ore, è stato soccorso da un peschereccio e sta ricevendo cure mediche in Marocco. Per diversi giorni navi di soccorso marocchine e spagnole avrebbero effettuato le operazioni di ricerca dell’imbarcazione e di altri sopravvissuti, senza però risultati. Resta qui il dubbio se si tratti o meno di un racconto veritiero.
Una seconda strage a largo della Libia, per un gommone naufragato. Qui i morti sarebbero stati 117 su 120 migranti che si erano imbarcati, con varie donne, bambini e perfino neonati. Come riportato dal portavoce dell’Oim, Flavio Di Giacomo: “I tre sopravvissuti arrivati a Lampedusa ci hanno detto che erano in 120. Dopo 11 ore di navigazione hanno imbarcato acqua e hanno cominciato ad affondare e le persone ad affogare. Sono rimasti diverse ore in acqua. Tra i dispersi, al momento 117, ci sono 10 donne, di cui una incinta, e due bambini, di cui uno di 2 mesi”.
Ripartiamo quindi con le solite considerazioni di sempre. Da una parte tutti i buonisti supportati da individui come Soros e compagnia, che continuano a voler far passare l’idea che bisogna accogliere chiunque, anche perché per loro questa disperata umanità vuol dire solo introiti “migliori di quelli che produce la droga”, mentre per noi significa dover mantenere uno stato sociale esasperato senza averne minimamente i mezzi. E tra questi “menestrelli” dell’accoglienza ce ne fosse mai uno che a casa sua accetti di ospitare un paio di questi disgraziati in fuga che, tra l’altro, pagano “biglietti” che variano dai 1500 ai 3000 dollari e che arrivano da Paesi dove il reddito procapite non si sa nemmeno cosa sia, e gli stipendi medi sono per chi ha la fortuna di guadagnare quasi sempre meno di 100€ mensili. Come fanno? Dove trovano il denaro? Chi sono quelli che sbarcano in Europa? Il più delle volte gente che potrebbe sopravvivere meglio a casa sua che da noi, attratta con miraggi estremi che lasciano intravvedere Bengodi inesistenti. E che poi, quando sono qui, si ritrovano a dormire in una fogna, facili prede della malavita a cui finiscono per adeguarsi pur di campare.
Ma poco importa. Gli “accoglitori” ad oltranza li vogliono sul suolo italiano , iscritti presso qualche coop o comunque onlus attiva “nel sociale”, mentre in realtà dove si trovino o finiscano davvero, non gliene frega niente a questi proprietari di “stipendifici”, che fanno sì del bene, e anche tanto, ma il più delle volte alle proprie famiglie magari allargate a cerchie di amici, conoscente e magari, se si ha un piedino in politica, simpatizzanti e votanti. Capisci così l’accanimento all’accoglienza insostenibile. Comprendi queste navi ONG che solcano il mare come squali in attesa di una preda, girando sempre in tondo, tanto qualcuno “da salvare” prima o poi lo trovano. E’ stato duro quando Salvini ha chiuso i porti italiani per questa varia umanità di intrallazzatori mascherati da benefattori. Non l’hanno presa niente bene. Ma di più, perché se pensate che sia tutto finito qui, avete proprio capito male. I trafficanti di uomini non hanno nessuna intenzione di demordere: hanno i loro scopi, e li perseguiranno fino che potranno.
Quindi, con l’arrivo della primavera e più in generale della bella stagione, aspettatevi l’offensiva. Ora con le burrasche “lavorano” male, ma appena il tempo lo permetterà, le partenze dal nord Africa ricominceranno alla grande, insieme a tante stragi meglio se di donne, magari incinte, e di bambini, questi ultimi da poter poi esibire, i corpicini bluastri nei vestitini dai colori sgargianti, ripescati come piccoli tonni. Tutto pur di poter inorridire chi guarda attraverso una TV e non è abbastanza smaliziato da comprendere lo sporco gioco che c’è dietro ognuna di quelle immagini. Tutto pur di poterci far sentire cattivi, disumani, egoisti così da permettere ai trafficanti di tornare in affari alla grande, con i loro commerci indegni, le loro accoglienze di facciata, e i loro patrimoni miliardari al sicuro in banche compiacenti di mezzo mondo.
E infatti non si è ancora spenta la eco per le due tragedie di cui sopra, che arriva un’altra richiesta di soccorso. Un nuovo barcone con 100 persone a bordo sarebbe stato segnalato in mare a 60 miglia dalle coste di Misurata, in Libia. Secondo quanto riferito da Alarm Phone, il sistema di allerta telefonica che indica le imbarcazioni in difficoltà, la carretta dei mari sarebbe in seria difficoltà, imbarcherebbe acqua mentre a bordo alcune persone tra cui dei bambini, sarebbero già morti di freddo. Dalle ultime notizie, pare che Palazzo Chigi sia in contatto con le autorità tunisine affinché intervengano per salvare i migranti.
Resta il fatto che queste tragedie sono solo le prime avvisaglie di quanto sta per scatenarsi verso il nostro Paese in particolare e l’Europa più in generale. Solo un blocco navale potrebbe salvarci, ma sembra che anche questo governo sia molto refrattario ad affrontare l’argomento.