Corsi per Imam e accordo di Faro: L’Italia rinuncia a se stessa nel silenzio generale

Negli scorsi giorni, il Ministro Alfonso Bonafede ha confermato la sua volontà di avviare corsi per Imam finalizzati a dare assistenza spirituale in carcere ai detenuti islamici: fin qui nessun problema, ognuno ha diritto – vista l’importanza della sfera religiosa – a trovare conforto spirituale, a maggior ragione in luoghi di isolamento.

Sorge, però, una questione di cui tener conto. L’accordo per procedere alla realizzazione di questi corsi è stato sottoscritto in collaborazione con UCOII (Unione Comunità Islamiche in Italia), che nei tempi passati non è mai stata chiara ed univoca nella condanna del radicalismo islamico.

E’ proprio da UCOII, infatti, che sono giunte diverse aperture in passato nei confronti di Fratelli Musulmani, il gruppo fondamentalista operante nel continente europeo e in Italia, responsabile del proselitismo atto alla diffusione dell’Islam fondamentalista, in ciò trovando facile sponda nelle varie forze di sinistra europea che vedono di buon occhio la disgregazione della nostra identità.

A sostegno di ciò, vanno ricordate le esternazioni – di non più di qualche settimana fa – del segretario nazionale UCOII, nelle quali sosteneva che “Ebraismo e Cristianesimo sono eresie e uno storpiamento del messaggio originale del profeta”, esternazioni condannate anche dal segretario della Grande Moschea di Roma in quanto radicali.

In questo marasma di rifiuto delle nostre radici – grazie alla crassa insipienza di una classe politica inadeguata e complice – si inserisce l’approvazione alla Camera della Convenzione di Faro da parte di sinistra e M5S. Come sempre, pronto l’intervento del Presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

Grazie alla sinistra e al M5S, la Camera approva la Convenzione di Faro che introduce il principio di limitare la fruizione del nostro patrimonio artistico e culturale per non offendere le culture altrui. Siamo alla più clamorosa resa culturale della nostra civilità. Fratelli d’Italia non si arrenderà alla sottomissione della sinistra e del governo al politicamente corretto e continuerà sempre a difendere i simboli della nostra storia, identità e cultura”.

Oggi come mai prima d’ora va trovato un bilanciamento tra modernità e tradizione. E’ sotto gli occhi di tutti che il multiculturalismo sfrenato propagandato dalla sinistra è sfociato nel ripudio della nostra identità. L’iconoclastia selvaggia, il ripudio del nostro patrimonio artistico nulla altro è che l’ultimo step prima della distruzione della nostra storia.

Contro questa follia, senza scadere nel categorico rifiuto di tutto ciò che è altri da noi, va ribadito con forza e fermezza ciò che siamo stati, siamo e vogliamo continuare ad essere.

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